Game of Thrones è morto, lunga vita a Game of Thrones! Il pagellone finale

L’ottava stagione di Game of Thrones è giunta al termine, chiudendo una delle serie più discusse dell’ultimo decennio.

C’è chi è rimasto soddisfatto dal finale e chi ha pesantemente criticato gli ultimi sei episodi (che come la sesta e la settima stagione non sono tratti dai libri di George R.R. Martin) giudicandoli troppo frettolosi e privi di logica, specie se paragonati alle prime 4/5 stagioni.

Ora che la serie è finita, e non c’è più spazio per speculazioni e teorie più o meno credibili e realizzabili, è solo una questione di gusti.

Per quanto discutibile, l’operato di David Benioff e D.B. Weiss, ha portato in scena un finale di serie che ha una sua logica e una coerenza narrativa interna tutto sommato accettabile. Siamo lontani dai fasti delle prime stagioni, in cui personaggi come Tywin Lannister, Petyr Baelish e Ramsay Bolton ordivano complotti e massacri in grado di esaltare la serie, complice la possibilità di attingere a piene mani da Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco per sviluppare le storyline dei vari personaggi. Senza le linee guida dei romanzi, molti personaggi ancora in ballo hanno visto il loro spazio all’interno della serie ridursi drasticamente. Tyrion, Cersei e Bran, giusto per citare i casi più eclatanti. Nei libri sono tutti e tre narratori interni, e quindi inevitabilmente al centro dell’azione, mentre nelle ultime stagioni si son sempre più defilati, lasciando spazio a chi è stato messo al centro degli eventi della serie.

Questa impostazione può piacere o meno, il cambio di rotta intrapreso dalla serie ne ha fortemente abbassato l’indice di gradimento, ma parliamoci chiaro. Quanti dei lettori della saga letteraria avrebbero voluto ricevere un gigantesco spoiler sul finale?

Forse l’idea di fare qualcosa di diverso non è stata poi così azzardata.

E allora quali sono i nostri voti ai personaggi della serie in virtù di questa ottava stagione?

ARYA E SANSA STARK:

Le sorelle Stark sono stati grandi protagoniste di quest’ultima stagione. Sin dal primo episodio Sansa mostra tutti gli effetti della sua maturazione nel corso della serie, imponendosi come legittima Regina del Nord sin da quando ha i primi battibecchi con Daenerys. Potrebbe sembrare che questa maturazione sia avvenuta troppo in fretta (nella settima stagione appariva ancora come “vittima” dei giochi di potere di Ditocorto), ma in fondo stiamo parlando di un personaggio che dopo aver affrontato ed essere sopravvissuta a Cersei, Ramsay Bolton e Petyr Baelish ha imparato a capire finalmente come va il mondo. Quale momento migliore per mostrare in maniera definitiva il suo cambiamento?

Diverso invece il discorso per Arya, che dopo essersi ricongiunta a Jon svolge un ruolo cruciale nella battaglia contro gli Estranei,sfruttando a pieno tutte le abilità apprese nel corso della serie. Nella parte finale della stagione invece assistiamo alla vera e propria conclusione del suo personale arco narrativo quando, in una King’s Landing in fiamme, rinuncia alla vendetta diretta nei confronti di Cersei.

Entrambe hanno il finale che meritano, Sansa regnerà su un Nord indipendente dai sei regni, Arya parte alla ricerca di nuove avventure. 

Protagoniste sin dall’inizio della serie, le sorelle Stark hanno avuto molteplici volte un ruolo rilevante, fino alla fine, fino all’ultima stagione. La chiusura dei loro archi narrativi è coerente con quello che i due personaggi hanno raccontato durante la serie, colpi di scena inclusi!

Voto: 9

Casa Lannister

Jamie completa il suo percorso di redenzione combattendo nella guerra tra vivi e morti. Indipendentemente dal suo schieramento nella battaglia finale tra Cersei e Daenerys, Jaime ha concluso il suo cambiamento totale, iniziato nelle primissime stagioni. Lo Sterminatore di Re ha riconquistato  il suo onore e per farlo ha impiegato diverse stagioni: dalla nascita del suo rapporto con Brienne alla liberazione del fratello, fino ad arrivare al dissenso dalle azioni della sorella, Jamie Lannister ha combattuto fino all’ultimo seguendo il suo onore. Il fatto che si sia deciso di farlo morire tra le braccia di Cersei, nel disperato tentativo di salvarle la vita, è coerente e rappresenta la perfetta chiusura del suo personale cerchio.

Diverso il discorso per Tyrion. Nelle ultime stagioni il Folletto è stato completamente messo da parte, come se il Tyrion delle prime cinque stagioni avesse deciso di andare in pensione.

Si riprende giusto sul finale quando prima tradisce la Madre dei Draghi e poi convince i nobili dei sette regni ad eleggere Bran come Re, utilizzando la sua dialettica e la sua esperienza politica come ai tempi d’oro di Game of Thrones.

Alla fine si ritrova esattamente dove avrebbe dovuto sempre stare, a muovere i fili di Westeros servendo il nuovo Re.

Cersei be’, che dire? Male, a tratti mailissimo. Poco più che una macchietta in questa ottava stagione, non tanto perchè non compare in alcuni episodi quanto più perchè quando appare non lascia il segno. Sta li a bere vino tutto il tempo incurante di tutto, non solo del regno ma anche del figlio che porta in grembo. È un personaggio che non ha nessun punto di contatto con quello che era fino a non troppo tempo fa, ed è un personaggio che, se non fosse per il titolo di Regina, non avrebbe nessun punto di contatto diretto con gli eventi della stagione. Paradossalmente la sua presenza si sente più durante i dialoghi che la riguardano tra Tyrion e Jaime, che quando sta effettivamente in scena. Di Cersei possiamo dire che sia una delle figure più importanti della stagione – e ci mancherebbe altro! – ma non certo che sia una di quelle che vengono coinvolte nelle dinamiche narrative attivamente.

Voto 7.5

VARYS

Lord Varys è sempre stato un personaggio che ha lottato per il bene del Regno, andando contro tutto e tutti pur di fare ciò che riteneva più giusto per i deboli. In questa ottava stagione è sempre stato coerente con se stesso, mettendo in gioco la sua stessa vita per i suoi ideali e morendo a testa alta dopo averle provate tutte.

Anche lui, come Tyrion, soffre la presenza di Daenerys ma a differenza di quest’ultimo non scade perdendo credibilità. Semplicemente è stato messo da parte nella settima stagione e nella prima metà dell’ottava. D’altronde in questi episodi è stato dato poco spazio alle vicende del Trono, di cui Varys è sempre stato protagonista, e solo quando il futuro dei sette regni è tornato in ballo il personaggio è tornato agli antichi splendori.

 

Anche la sua morte non è stata esente da critiche. Troppo improvvisa, questa è la maggior colpa che è stata imputata a questa scelta narrativa.

Ragioniamoci un attimo su: Varys muore nella penultima puntata della serie, in nome di ideali che porta avanti dalla prima puntata. La sua morte era prevedibile, a questo punto molto meglio vederlo uscire di scena per mano del drago piuttosto che accoltellato nel più classico dei modi, o peggio, nella più banale delle esecuzioni pubbliche.

Voto 9

I PERSONAGGI SECONDARI

Erano banalmente dati per spacciati all’alba della battaglia di Grande Inverno e invece sono sopravvissuti quasi tutti. Da Ser Davos a Tormund, passando per Sam, Brienne e Podrick, questi personaggi hanno dato tanto alla serie, facendo da spalla ai protagonisti nei momenti principali della serie. Menzione d’onore per Melisandre, che ci lascia dopo aver assolto pienamente alla sua funzione narrativa, Theon, che muore da Stark proteggendo Bran e portando a termine un cammino di redenzione fin troppo lungo, e per Lyanna e Jorah Mormont, che combattono fino alla morte sul campo di battaglia da veri e propri eroi!

Voto 7

 

BRANDON STARK

 

Il personaggio di Bran è cambiato molto nel corso della serie ma, inutile negarlo, alcuni dei momenti più importanti di Game of Thrones sono legati a lui. Il primo episodio si chiude con la sua caduta dalla torre di Winterfell, dando di fatto il via alla trama dell’intera serie. Le rivelazioni sugli Estranei e su Jon Snow, sono interamente affidate al suo punto di vista, insomma è uno dei personaggi più importanti dell’opera. In questa ottava stagione però non fa nulla, letteralmente nulla se non l’esca per il Re della Notte (e ci sta!). E forse a questo punto è anche meglio così, considerate le assurde teorie circolate negli ultimi anni sul suo conto. Da quando è diventato il Crovo con Tre Occhi ha assunto il ruolo di guardiano del mondo, quindi chi meglio di lui può regnare su questa nuova Westeros? A chi dice che il Corvo si sia sempre disinteressato da questo ruolo, andrebbe ricordato che – coerentemente con quanto scoperto nella sesta stagione – che quest’ultimo era il bersaglio principale del Re della Notte quindi la scelta di autoesiliarsi per proteggere l’intero continente era prettamente legata a questo conflitto. Senza la minaccia non morta il Corvo con Tre Occhi può ora legittimamente regnare sul Nuovo Mondo. Come detto però, in questa stagione non è quasi mai una figura di rilievo.

SENZA VOTO

 

JON E DAENERYS

Nel bene e nel male, sin dal loro primo incontro, questi due personaggi hanno percorso lo stesso sentiero nelle ultime stagioni. Alla positività mostrata nella settima stagione, fa da contraltare il conflitto che sorge quasi subito negli episodi rilasciati quest’anno, e la rivelazione sulle vere origini di Jon aggiunge tensione in maniera sensibile. Nel momento in cui è stato chiaro il passaggio al lato oscuro della Regina, anche la morte della stessa è diventata sempre più papabile e di fatto è arrivata quando il personaggio raggiunge il suo apice.

Quando vediamo Daenerys davanti al Trono di Spade è impossibile non capire che, a quel punto, il personaggio ha terminato il suo percorso. Il confronto che lei ha con Jon è uno dei momenti più memorabili dell’intera serie, con i due che discutono dei fatti appena avvenuti in una sala del trono vuota e distrutta, fino a giungere all’inevitabile tragico epilogo. Non che sia il migliore, per carità, ma l’arrivo di Drogon che fonde il Trono di Spade apporta il suo valore alla scena dandole una chiusura molto più che degna quando il drago porta via la madre ormai morta.

C’è da dire però, che in questa stagione di bocconi amari ne abbiamo mandati giù tanti: prima la passeggiata con i draghi nella premiere, poi la presso chè totale inutilità di Jon fino all’ultimo episodio, per concludere con la gestione della follia di Daenerys. Di fatto ha monopolizzato la scena per buona parte della stagione, oscurando non solo gli altri personaggi, ma soprattutto la loro caratterizzazione, sminuendoli anche più del dovuto.

Voto 6 –

Troppa fretta? Molte scelte apparentemente illogiche? No, la verità è che per cinque stagioni Game of Thrones ha potuto godere delle linee guida ben marcate dei romanzi di Martin, riuscendo ad approfondire bene molte dinamiche proprio perchè bisognava solo trasporle.

Poi però Game of Thrones è diventata “solo una serie tv” e dalla sesta stagione le cose sono cambiate, i tempi televisivi hanno portato la scrittura ad essere più orientata verso il “dritti al punto senza troppi spiegoni” complice anche la decisione della produzione di terminare la serie con 13 episodi spalmati su due stagioni. Troppo pochi? Be’, forse si. Forse stavano finendo le idee, forse si è voluto dare un finale differente alla serie stravolgendo ulteriormente le storyline principali, forse l’assenza delle storie di Martin ha pesato più del previsto.

O forse, semplicemente Game of Thrones è finito troppo presto.

Fatto sta che la serie è terminata dopo aver spaccato pubblico e critica, ad alcuni è piaciuta, ad altri no. Forse, per qualcuno, è il finale che ci meritiamo ma non quello di cui avevamo bisogno.