Da tempo in Italia così come nel resto d’Europa si parla della possibile introduzione di un reddito base universale. Un’iniziativa nata in seno al contesto dell’Unione europea che mira ad offrire sostentamento economico a chiunque ne faccia domanda. Per tale ragione si definisce “universale” e si distingue dal noto reddito cittadinanza italiano, poiché non richiede alcuno requisito specifico che ne permetta l’ottenimento. Inoltre, la cifra è molto più elevata, si aggira, infatti, intorno ai 1700 euro. Introdurre un simile aiuto economico rappresenta da un lato uno strumento attraverso cui abbassare l’indice di povertà del Paese che ne usufruisce, abbattendo così notevolmente le disuguaglianze. Dall’altro, però, è anche un sostanzioso peso economico per il governo che ne fa uso ed è per questo che l’iniziativa europea è ancora solo una proposta e solo pochi paesi, come il Galles, hanno iniziato una sperimentazione.
In particolar modo, il Galles ha deciso di provare ad introdurre il reddito di base universale per soli giovani.
Nel Regno Unito – si legge da bin-italia – è proprio il Galles ad avere i peggiori tassi di povertà, si parla di più del 28% della popolazione. Perciò la scelta di sperimentare un reddito base universale si inserisce perfettamente all’interno di un programma più ampio. Quello “assicurarsi che nessun bambino viva in povertà entro il 2020”. Proprio per questa ragione il primo step dell’esperimento del reddito è rivolto principalmente ai giovani, ed in prima istanza, ai giovani che sono stati in affido. O meglio ai cosiddetti “care leavers”, cioè coloro che hanno perso gli affetti familiari. Il progetto da testare coinvolgerà circa 500 ragazzi da 18 anni in sù, che hanno trascorso un’infanzia problematica e a causa della quale hanno difficoltà nel costruirsi un vero futuro.
Saranno tre gli anni di sperimentazione, nel corso dei quali il governo gallese avrà modo di misurare i benefici di questo reddito, ma anche le falle. Si esaminerà fino a che punto possa davvero offrire sostegno e sicurezza ai giovani, tali da renderli indipendente. Al contempo, però, il primo ministro del Galles, Mark Drakeford, ha dichiarato che si starà molto attenti anche far girare i conti. Dato che un simile progetto pilota costa più di 20 milioni di sterline.
Sebbene il reddito base universale sia stato in principio creato per tutti, l’iniziativa del Galles a sostegno dei giovani risponde a delle esigenze più profonde.
L’Universal Basic Income, così si chiama la proposta, rappresenta per il governo gallese una grande opportunità di investimento per il futuro dei propri giovani. Arrivata in un momento successivo alla pandemia, in cui molti ragazzi e ragazze sono stati costretti ad arrestare i propri sogni. Con il sussidio – che si aggira intorno ai 1850 euro al mese (1600 sterline) – finalmente molti di loro potranno ricominciare e riprendere in mano la propria vita.
Si ripete, quindi, che l’obiettivo del reddito non è far vivere di rendita, ma rendere più facile l’accesso ai servizi, soprattutto a chi – a causa di esperienze personali difficili – non ha avuto mai l’opportunità di pensare davvero a vivere un domani caratterizzato dall’indipendenza economica.
L’introduzione di un reddito di base potrebbe trasformare completamente la società ed un Galles più equo e prospero. I risultati di questo rapporto dovrebbero entusiasmare i leader che affermano di volere una vera ripresa verde e giusta che renda la vita più equa per tutti
Queste le parole di Sophie Howe, responsabile di Future Generations for Wales. Secondo uno studio condotto proprio dal principale think tank Autonomy, infatti, il reddito dimezzerebbe notevolmente il tasso di povertà del Paese. La povertà infantile diminuirebbe del 64%, portandola a un tasso inferiore al 10% in Galles. L’obiettivo del programma è, dunque, quello di riuscire nel tempo a fornire un pagamento di base, minimo, pensato per soddisfare i bisogni primari. Ciò contribuirà a lungo andare al miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini senza alcuna distinzione.
In Finlandia, si legge dal sito della Future Generations, è stato già avviato un progetto pilota simile.
I partecipanti hanno dichiarato di essere molto soddisfatti e dimostrato, soprattutto, maggiore fiducia nei confronti del futuro. Un notevole passo in avanti a seguito della situazione che ha colpito tutto il mondo nei due anni precedenti. Tra gli obiettivi del progetto più importanti, però, per Howe nel contesto del Galles ci sarebbe la possibilità di limitare, grazie al sostegno economico, la pressione sul servizio sanitario e rimuovere gli ostacoli alla buona salute a lungo termine.