Fenomenologia di Tiziano Ferro che accetta miracoli come Timbaland

A tre anni di distanza da “Il mestiere della vita”, il 22 novembre 2019 Tiziano Ferro ha pubblicato “Accetto miracoli”, il suo nuovo progetto discografico.

In tre anni la vita del cantante romano si è stravolta: il trasferimento definitivo a Los Angeles, nuove esperienze, conflitti interiori e l’arrivo dell’Amore che porta il nome di Victor Allen con il quale è convolato a nozze.
Da quando è riapparso sulle scene per presentare “Buona (cattiva) sorte” e “Accetto Miracoli”, i singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album, Tiziano Ferro ha sempre indossato un sorriso che sapeva di quiete dopo la tempesta.

La certezza è arrivata con l’uscita di “Accetto miracoli”, disco dal quale si evince chiaramente che Tiziano Ferro ha attraversato tre anni importanti emotivamente fatti di conflitti interiori e non solo e di risoluzione con se stessi arrivando a dirsi che, per superare gli ostacoli, è necessario a volte accettare i miracoli.
Il disco ha una copertina in cui al centro c’è Tiziano Ferro per intero vestito di nero che sorride mentre è a braccia conserte e con una mano sulla guancia su sfondo grigio e cornice bianca. La scelta è dettata dal fatto che nelle dodici tracce che compongono l’album, c’è il Tiziano Ferro dei tre anni trascorsi che ha trovato un nuovo modo di stare al mondo.
Due sono le particolarità dell’album: gli arrangiamenti e l’uso frequente delle parole come guerra, correre (declinato in tutte le sue forme) e resa.

Per quanto riguarda gli arrangiamenti, il fan di sempre ha ritrovato il Tiziano Ferro degli esordi, merito soprattutto della collaborazione con Timbaland che ha prodotto nove canzoni su dodici. È proprio nella musica, infatti, che “Accetto miracoli” risulta nuovo, o meglio diverso da quello a cui finora Ferro ci ha abituato. Accanto ai testi stilisticamente riconoscibili per uso delle parole e delle tematiche trattate, ci sono note e accordi architettate in pieno stile Timbaland. Se ad un primo ascolto destano perplessità, in seguito sono abbastanza accettabili e si sposano con i testi.

A proposito di questi ultimi, Tiziano Ferro non è autore di tutte le dodici canzoni ma per alcune è stato coadiuvato da Giovanna Angi ed Emanuele Dabbono. Emerge nei testi il secondo tratto distintivo del nuovo lavoro discografico. Guerra, correre e resa sono le parole più usate nelle dodici tracce, segno che il cantante romano ha attraversato un periodo travagliato, fatto di riflessioni, turbamenti e contrasti che si sono risolti credendo nel potere dell’accettazione di ciò che non può dipendere sempre da noi.
Nel disco un’unica collaborazione con Jovanotti, dettata più da una voglia di Tiziano di farsi un regalo ricordando se stesso adolescente.

Le dodici tracce contenute nell’album parlano di relazioni umane e sentimentali a volte finite bene, a volte finite male e a volte rimaste in sospeso. Da questo punto di vista, infatti, il buon Tiziano Ferro non delude.
Tra le perle dell’album si annoverano “In mezzo a questo inverno”, “Il destino di chi visse per amare” e “Accetto miracoli” nelle quali si ritrova rispettivamente il Tiziano che ricorda la nonna Margherita, il Tiziano del presente che parla al Tiziano del passato ed il Tiziano del presente che dà una direzione al Tiziano del futuro.
Degne di nota sono anche “Amici per errore”, “Seconda Pelle” e “Vai ad amarti” che apre l’album ed è considerata dal cantante la canzone di rottura con i conflitti interiori, una sorta di punto di partenza.

Il ritorno di Tiziano Ferro, quindi, è in grande stile come da sempre ci ha abituati. Più delle altre volte si sente la libertà nella scelta di come realizzare l’album e la voglia di raccontarsi. Il risultato è un album compiuto e tenace, soprattutto per le debolezze che svela.
Buon ascolto!

Sandy Sciuto