L’uomo moderno è “Spornosexual”

La frustrazione per non aver raggiunto uno status lavorativo rilevante, per non essersi affermato socialmente, ha portato molti uomini a cercare gratificazione davanti uno specchio. Un’affermazione abbastanza triste, ma che rappresenta un fenomeno sociale che coinvolge migliaia di ragazzi in tutto il mondo. Uomini che invece di affrontare la vita, preferiscono correre in bagno davanti allo specchio e farsi selfie a petto nudo. Ma le nostre non vogliono essere accuse infondate, vogliamo solo riportarvi dei dati raccolti in una ricerca. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Gender Studies, nel quale questi uomini sono stati definiti “spornosexual”: le loro fonti d’ispirazione, infatti, sono star del porno o del mondo dello sport. “La colpa, però, è della crisi, che ha sovvertito i valori tradizionali”, hanno affermato i ricercatori.Lo studio, condotto dalla University of East Anglia (UEA), afferma che proprio il clima di austerità e incertezza ha convinto sempre più uomini a cercare di affermarsi in modi non convenzionali. Sembra proprio che dal 2008, ovvero l’anno che ha segnato l’inizio della crisi, i social network hanno registrato un enorme incremento nella condivisione di immagini dei corpi maschili, scolpiti e perfetti.

Il termine utilizzato dai ricercatori “spornosexuality” non è stato inventato per l’occasione, bensì nasce dalla fusione delle espressioni “sports star” e “porn star” ed è stato coniato nel luglio del 2014 da un giornalista, Mark Simpson, che in un articolo per il Telegraph aveva definito così il fenomeno dell’aumento degli uomini dediti al fitness solo per apparire belli e non per motivi di salute o di divertimento. Possiamo anche essere scettici, pensare che sia tutta una costruzione volta a disprezzare le mode odierne; tuttavia la ricerca condotta dal dottor Jamie Hakim, ha dalla sua parte dei dati, numeri che forse dovrebbero portarci a riflettere. Lo studioso ha notato inizialmente un aumento dei giovani tra i 16 e i 25 anni dediti allo sport, in un arco di tempo compreso tra il 2006 e il 2013, poi ha esaminato l’incremento nel consumo di prodotti mirati alla crescita muscolare.  Nello stesso momento ha analizzato l’aumento della condivisione delle immagini online.

“L’aumento degli uomini ossessionati dalla palestra e che condividono immagini dei loro corpi perfetti si nota a partire dal 2008 e coincide con l’inizio della crisi” ha spiegato Hakim. Nel Regno Unito Men’s Health è diventato uno dei giornali più letti nel 2009, i social network hanno visto il proliferare di hashtag che documentavano i progressi degli uomini ossessionati dal fitness, addirittura alcuni di questi profili si sono poi trasformati in brand, attività poco vantaggiose dal punto di vista economico, ma altamente remunerativi a livello di immagine e soddisfazione personale. Il problema di questi uomini è il non riuscire a trovare il loro posto nella società, un lavoro che li gratifichi e per questo motivo, quindi, sono spinti a continuare sulla strade dei selfie.

La ricerca è arrivata alla conclusione che esista una correlazione tra i due fenomeni: le strategie economiche messe in atto hanno favorito la disuguaglianza e sono state particolarmente ingiuste soprattutto nei confronti di quelli nati dopo il 1980. “Prezzi delle case proibitivi, contratti di lavoro non a tempo indeterminato e le tasse hanno favorito l’instaurarsi di un clima di insicurezza”. Il lavoro del dottor Hakim comprende una serie di interviste a giovani frequentatori assidui di palestre e proprietari di profili online aggiornati continuamente, la conclusione a cui lo studioso è arrivato vede nella pubblicazione di foto e nel guadagno, anche irrisorio, che ne deriva dal loro essere “spornosexual” come una delle poche gioie che rimane loro.

Ma è giusto dare ancora una volta la colpa alla crisi delle nostre scelte?

Claudia Ruiz