Facebook cambia rotta. Addio “mondo aperto e connesso”, benvenute comunità

Facebook ha una nuova missione per il prossimo decennio: “Bring the world closer together”. Facebook vuole dare alle persone il potere di creare comunità e rendere il mondo più unito.

Il caro vecchio – si fa per dire – Mark ha deciso di applicare una nuova rivoluzione al social network più amato al mondo e per farlo ha scelto il primo summit dell’azienda dedicato ai gruppi della sua comunità on line. Una funzione, quella dei gruppi, utilizzata da oltre un miliardo di persone nel mondo, ha annunciato il social in blu. Oltre 100 milioni sono invece gli utenti membri di “gruppi significativi”.

Zuckerberg si è spiegato così in un’intervista concessa alla Cnn, la prima data a una tv da cinque anni, ripetendo i concetti esposti nel lungo post pubblicato sul sito: “Negli ultimi 10 anni siamo rimasti concentrati sull’obiettivo di rendere il mondo più aperto e connesso. Non abbiamo terminato, ma prima pensavo che, se solo avessimo dato alle persone la possibilità di esprimersi e le avessimo aiutate a connettersi, il mondo sarebbe migliorato da sé. Per molti versi è stato davvero così. Ma la nostra società è ancora divisa. Ora credo che noi abbiamo la responsabilità di fare di più. Non basta connettere il mondo: dobbiamo fare in modo che si unisca sempre più“. Dare una mano ai gruppi a funzionare meglio e scambiarsi idee e contenuti in ambienti più protetti è una strada per farlo.

Dedicato agli amministratori, l’evento di Chicago è stato l’occasione per annunciare nuove funzioni di supporto alle loro attività, tra queste gli “Insight” (che permetteranno di tenere sotto controllo crescita, iscrizioni e coinvolgimento dei partecipanti di un gruppo), il filtro per le richieste di iscrizione e la rimozione di membri e loro contenuti con un solo passaggio. Quest’ultima opzione è pensata per aiutare gli amministratori a tenere le proprie comunità al sicuro da “attori cattivi”, che siano molestatori o cyberbulli. In arrivo anche la possibilità di programmare i post e di creare collegamenti fra più gruppi.

Insomma, come si dice in gergo, Facebook fa un mezzo pivot. Corregge la rotta, esce da un approccio generico e privo di una chiara sponda d’approdo (mondo aperto e connesso) e punta a mettere in campo una linea politica a tutto tondo. Una “linea comunitaristica”, si sarebbe detto in altri tempi, che faccia di quella piattaforma qualcosa di davvero utile oltre i meme e le tonnellate di contenuti che scivolano sulle nostre bacheche. “Connettere amici e famiglia è stato positivo, ma credo che ci sia un sentimento collettivo che ci chiede di avere responsabilità nel fare di più: non solo dare una voce alle persone ma anche aiutarle a costruire un terreno comune perché possano andare avanti insieme” ha aggiunto Mark.

Quel Mark, ne sa una più del diavolo…

Claudia Ruiz