Facebook acquista To Be Honest, l’app di sondaggi anonimi che combatte il cyberbullismo

Dopo un lungo periodo di attesa, la tanto discussa conferma sull’acquisizione da parte del proprietario di Facebook dell’app To Be Honest non è tardata ad arrivare. La new entry in questione sarebbe infatti stata acquistata alla modica cifra di circa 100 milioni di euro, un vero e proprio colpo da maestro che ha portato così il caro Zuckerberg a mettere mano al portafoglio e a scommettere sulla beata gioventù, protagonista indiscussa ormai dell’era della condivisione social. Non sarà che Mark ha forse timore di perdere adesioni tra i più giovanissimi? Per il momento nulla di certo, altri invece non escludono che l’acquisto da parte del colosso di Menlo Park potrebbe indirizzare il social verso una più attenta politica contro il cyberbullismo.

Ciò che invece è fuori discussione è che l’applicazione in questione manterrà comunque la sua autonomia, garantendo così ampi margini di scelta e di libertà ai suoi ideatori, proprio come è già accaduto in passato con l’acquisizione di Instagram e Whatsapp. Ma veniamo al funzionamento.

To Be Honest è un applicazione disponibile per ora solamente per iOS ed esclusivamente per alcuni paesi americani in cui sta letteralmente sbancando, specie tra i più giovanissimi. La sua creazione risale al mese di agosto ad opera della Midnight Labs, la quale ha così deciso di dare il via alla sua sperimentazione, mossa soprattutto dall’intento di fornire un tipo di comunicazione diverso dal solito.

L’applicazione infatti si caratterizza per l’essersi impegnata ad offrire un servizio basato sullo scambio semplice e diretto di messaggi da parte dei suoi utenti, puntando tuttavia sulla garanzia del parziale anonimato e ponendosi al rimparo da ingiustificati rischi di offese, manifestazioni di odio e bullismo digitale. In che modo? Semplice, To Be Honest permette innanzitutto di connettere gli iscritti con altri membri presenti nella loro rubrica telefonica, quindi con nessun potenziale sconosciuto. Poi propone sondaggi sui contatti con risposte da dare entro un certo tempo e soprattutto si tratta di quiz estremamente positivi, promuovendo un tipo di comunicazione incentrato su gioco e sincerità senza insulti.

Le domande precompilate ed offerte dall’applicazione sono piuttosto semplici dal taglio di “Chi è la ragazza più bella della scuola?”, oppure “Chi mi fa ridere di più?” e via dicendo, quesiti incentrati insomma sull’intento di promuovere l’autostima dei teenager o per lo meno si spera. A differenza delle precedenti applicazioni sorte sulla stessa struttura come Sarahah e Yik Yak, To Be Honest garantisce la possibilità di rispondere soltanto alle domande proposte dall’applicazione, escludendo categoricamente la possibilità di proporre quesiti negativi o con lo scopo di insultare o offendere qualcuno.

Gli utenti hanno inoltre la ghiotta possibilità di creare e promuovere dei sondaggi da sé con l’unico avvertimento di rispettare la policy protezionistica dell’applicazione, tanto che ogni tentativo di violazione della stessa verrà bloccato attraverso l’attivazione di un meccanismo che permette di controllare qualsiasi tipo di contenuto prima di procedere alla relativa pubblicazione. Più si viene scelti nei quiz, maggiori saranno le possibilità di vincere le famose “gemme virtuali”, con cui poter procedere a sbloccare nuove funzione dell’applicazione.

Una formula, del resto, che sembra fino ad oggi funzionare visto che, secondo quanto riportato dal Times, sarebbero già 150 milioni i quiz scambiati dagli utenti. Del risultato anche i creatori dell’app sembrano andarne orgogliosi: “Noi pensiamo che la pietra miliare successiva stia pensando alle piattaforme social in termini di amore e positività e che sia questo ciò che è mancato, fin dall’inizio di Internet, in tutti i prodotti social. La domanda da farci oggi è: cosa può rendere più felice questa generazione?”, questo quanto dichiarato in un’intervista rilasciata a Techcrunch. Una presa di posizione chiara e priva di fraintendimenti, mediante la quale il team dell’applicazione sembra aver già risposto a tutti coloro che pare abbiano già visto celarsi dietro l’angolo l’ombra di un possibile ripetersi di quanto già avvenuto in passato con applicazioni simili, cadute improvvisamente nel dimenticatoio.

Erminia Lorito