Vi piacerebbe impersonare nonché immedesimarvi nei panni di famosi quanto illuminanti investigatori e risolvere (pena la reclusione a vita) intriganti misteri per uscire da una stanza piccola e apparentemente senza via d’uscite? Se la vostra risposta è un entusiasmante SI allora dovete provare il coinvolgente e divertente gioco dell’ “Escape room”! Cari lettori di Social Up, già dal nome stesso potreste più o meno comprendere il suo scopo finale, ovvero riuscire in pochissimo tempo a fuggire da una stanza.
L’idea fu alquanto semplice ma non banale, fin da subito, anche per l’immenso eco che ottenne. Si dimostrò infatti tra i “real life game” più avvincenti e contagiosi del mondo: nella pratica si è letteralmente “rinchiusi” in una piccola stanza, rigorosamente a tema, con l’unico non elementare scopo di risolvere in 60 minuti numerosi enigmi sempre dello stesso argomento, spesso a sfondo letterario.
Quante volte leggendo centinaia di pagine, sfogliandone quante più possibili, abbiamo immaginato di diventare protagonisti della storia ed assaporare l’essenza stessa del libro? Con “Escape room” si può entrare ed immedesimarsi in un luogo dettagliatamente allestito a tema, spesso letterario, con l’unico stimolante compito di risolvere enigmi, decifrare codici ed aprire così tanti lucchetti da far trovare alla fine del gioco, entro i limiti di tempo la chiave finale di “liberazione”. In tale modo e per quei “affascinanti” 60 minuti ci si isola volontariamente dal mondo circostante e dai problemi che ogni giorno si soffocano.
Infiniti possono essere i libri, infiniti possono essere i temi dedicati e pensati per ogni “Escape room”, si va infatti dai nobili vampiri rumeni alle detective story fra le colline d’Hollywood, sino a tipicità locali come fanno le “Secret Rooms” a Milano, o “Enigmarium” a Trieste. Sempre in Italia dopo l’incredibile successo a Roma e Padova sono stati inaugurate numerose Escape rooms a Torino, Legnano, Rimini, Piacenza con Bologna, Trento e Venezia che seguiranno presto a ruota. L’idea nacque nel 2006 in America dai un gruppo di programmatori della Silicon Valley, la prima delle quali fu “Origin”.
Realtà digitale armoniosamente quanto suggestivamente unita alla realtà materiale, un gioco che sottolinea ed accentua la propensione al gioco di squadra, al sostegno reciproco e allo stimolo della nostra memoria e dei nostri emozionanti trascorsi con famosi romanzi o persino con serie tv che hanno segnato la nostra infanzia.
Cercare attraverso il divertimento di riallacciare senza alcun peso o costrizioni il rapporto con la letteratura, con il cinema, con la storia dell’arte in generale, immedesimarsi in poco più di 60 minuti in un epoca inventata o realmente esistita rappresenta senza dubbio un notevole passo avanti per quanto riguarda la creazione di piattaforme social di divertimento. All’improvviso dimentichiamo chi e dove viviamo per farci conquistare il cuore e l’anima da quell’ambiente che tanto finemente ricorda qualcosa d’osservato o semplicemente letto, amato fino allo sfinimento e mai vivibile se non in questo più che originale modo.