Del resto per i Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) il Covid-19 presenta già due dei criteri per definirsi pandemia: si diffonde tra le persone e può essere mortale. Il terzo, la sua «diffusione su scala mondiale», sarà appunto raggiunto a breve, quando arriveranno dati certi sui primi focolai africani e sudamericani.
La fase 5, di allerta pandemica, prevede, l’isolamento dei focolai di contagio, l’attuazione di tutte le misure restrittive per contenere il contagio, dal fermo di alcune attività produttive, segue l’effetto mitigazione, ovvero cercare di ridurre il possibile, perchè non si può fare niente per bloccare il contagio del virus.
La dichiarazione di pandemia, conferisce il potere all’Oms, di mandare in loco, tutto i suoi rappresentati,ma soprattutto «può chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigamento, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra». Non c’è obbligo, «ma il non rispetto delle disposizioni equivarrebbe alla mancata applicazione di norme internazionali, che implica l’applicazione di sanzioni.
Da questo momento staremo ad osservare quanto di rosso si macchierà la mappa dell’intero mondo.
Il primo a definire lo gravità della situazione era stato il ministro della salute tedesco, tuttavia a causa di un milione di remore a pronunciare una parola impronunciabile ad oggi, si è preferito anticipare modi e soluzioni, àma la stessa Oms, parla che di fatto siamo già nella fase 6, Pandemia, ovvero corrispondono misure per minimizzarne l’impatto e non più per bloccare la diffusione del virus, ritenuta oramai inevitabile. Una strategia pensata per impedire impennate di contagi, che mandino sotto stress i servizi sanitari.