Undated Centers for Disease Control and Prevention (CDC) handout photo of the Ebola virus, as the Disasters Emergency Committee (DEC) is launching an appeal over the Ebola crisis - the first time it has ever called for donations in response to a disease outbreak. PRESS ASSOCIATION Photo. Issue date: Wednesday October 29, 2014. The committee, made up of 13 of the UK's major aid charities, said it took the decision as the effects of the killer virus threaten to become "a humanitarian catastrophe". See PA story CHARITY Ebola. Photo credit should read: Frederick Murphy/CDC/PA Wire NOTE TO EDITORS: This handout photo may only be used in for editorial reporting purposes for the contemporaneous illustration of events, things or the people in the image or facts mentioned in the caption. Reuse of the picture may require further permission from the copyright holder.

Ebola: dai cavalli una nuova terapia

Un gruppo di ricercatori australiani dell’Università di Queensland ha scoperto come gli anticorpi presenti nell’organismo dei cavalli sono in grado di contrastare in maniera rapida ed efficace il virus Ebola. Una bellissima tanto quanto inaspettata scoperta soprattutto per i paesi dell’Africa in cui il rischio di epidemia è ancora molto alto e da tempo è già stato avviato un programma di allevamento “medico” di equini per la lotta ad altre numerose patologie quali la rabbia, il botulismo e la difterite. Insomma, la cura era proprio sotto gli occhi. Alexander Khromykh, professore di virologia molecolare dell’università australiana, ha dichiarato: “Abbiamo prodotto anticorpi equini che si sono dimostrati efficaci contro il virus Ebola nel prevenire la morte di animali. Il trattamento inizia 24 ore dopo l’infezione e continua per cinque giorni. Ciò permette di sviluppare le proprie risposte immunitarie, che successivamente eliminano il virus”. La devastante epidemia di Ebola, che ha colpito l’Africa occidentale dal 2013 al 2016, ha causato 28.610 casi, tra cui 11,308 morti. La rapida diffusione del virus ha rappresentato una vera e propria sfida per la sanità pubblica. La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali. In Africa è stata infatti documentata l’infezione a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie, antilopi e porcospini trovati malati o morti. Secondo la rivista Scientific Reports, il trattamento risulterebbe economico e comunque egualmente efficace alla terapia con anticorpi monoclonali che è stata utilizzata in Gran Bretagna per il trattamento di operatori sanitari infetti di ritorno dall’Africa. Ma quando sarà possibile usufruirne? Khromykh ha detto al riguardo: “Stiamo cercando il supporto per generare materiale sufficiente in modo che possa essere tutto pronto nel caso in cui si verifichi un’altra epidemia, ma non è un compito facile dato che l’ultima crisi è finita e la preparazione ad eventuali episodi sembra non essere una delle priorità”.

Daniele La Rocca