Donna: tra arte e poesia

Di Gabriella Petronio per Social Up!

La società nel corso del secoli ha subito molti cambiamenti. Con essa sono mutati anche gli usi, i costumi, i modi di pensare, le tradizioni, le mode e tutto ciò che fa parte della quotidianità.

Possiamo provare a dare una definizione della parola “cambiamento” facendo riferimento alle donne nell’arte.

Simbolo della pittura del 400 è la Veneredi Sandro BotticelliL’ opera rappresenta la nascita dell’Amore e della bellezza spirituale come forza motrice della vita. Il quadro, anche se raffigura la Venere nuda non mostra un aspetto sensuale o erotico, ma rappresenta i canoni della “donna angelo” stilnovistica, cioè colei che accende l’amore nel cuore dell’uomo e ha la capacità di migliorarlo e rendere il suo animo virtuoso. L’amore non è inteso come qualcosa di terreno, ma di spirituale. Questo quadro può essere affiancato alle parole di Petrarca in uno dei più celebri sonetti del Canzoniere:

“Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

 che ‘n mille dolci nodi gli avolgea […]

 Non era l’andar suo cosa mortale

ma d’angelica forma”

Questi versi sembrano descrivere la stessa donna dipinta da Botticelli, stessi tratti stilizzati, stesse caratteristiche. La figura femminile viene considerata come un “mezzo” per avvicinare l’uomo a Dio.

Nella prima metà dell’800 Édouard Manet, raffigura un modello di Donna completamente diverso da quello di Botticelli e Petrarca. Nella realizzazione dell’ Olympia si ispira alla “Venere di Urbino” di Tiziano, che con quest’opera ha intenzione di comunicare che la seduzione e la sensualità di una donna devono essere esibiti solo all’interno del rapporto coniugale. Nel quadro di Manet viene tutto invertito. La donna non è più una borghese, ma una prostituta. Siamo ben lontani dalla donna-angelo o dalla donna-moglie. Manet ci mostra una donna spogliata dai tratti virtuosi che le erano stati attribuiti fino a quel momento, rendendo la figura femminile tutta terrena. A questa concezione di donna possiamo affiancare le parole del poeta indiano Rabindranath Tagore:

Donna, non sei soltanto l’opera di Dio,
ma anche degli uomini, che sempre
ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete
con fili di dorate fantasie;
i pittori danno alla tua forma
sempre nuova immortalità[…]


Nei primi secoli del 900 il pittore Gustav Klimt realizza la Giuditta, opera da sempre considerata come l’esaltazione della femme fatale capace di portare alla rovina il suo amante. La donna protagonista del quadro incarna l’ ideale del potere e della seduzione femminile, in grado di vincere qualsiasi tipo di forza virile che provi a resistergli. Troviamo questo concetto anche nelle parole di Pablo Neruda:

“Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l’alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.”

Arte e poesia mostrano i cambiamenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli fino ad oggi, riportando anche il mutamenti della concezione della donna che continua ancora adesso ad essere musa ispiratrice per gli artisti più nobili.

redazione