Avete presente i distributori di merendine e bevande fresche, alleati ideali per il caldo della bella stagione che sta per arrivare, quando sopraggiungono l’arsura ed i cali di zucchero? Se ne trovano di tutti i tipi e in moltissimi luoghi, negli uffici diventano il punto di raccolta fra colleghi durante la pausa caffè. Ci hanno addirittura girato una intera sitcom davanti ad uno di essi. Ebbene, c’è chi ha pensato di trasformare uno di questi in un macchinario che elargisca cultura. In occasione del Festival “Fare la pace”, è stato installato infatti un distributore di libri a Bergamo: dal 27 maggio fino alla metà di luglio, questo erogherà 1000 pubblicazioni degli ospiti speciali che hanno partecipato al Festival.
L’obiettivo è quello di avvicinare quanta più gente possibile alla lettura, ed in particolare di invogliare i giovani a spendere una parte del loro tempo con un libro in mano. Pertanto, il distributore è stato installato nel centro della città, ed in futuro potrebbe servire per la diffusione di libri e iniziative editoriali degli altri enti culturali della città di Bergamo. Insomma, una soluzione per rendere meno distanti i libri ed i potenziali lettori.
Il progetto del distributore di libri a Bergamo potrebbe svilupparsi ed espandersi anche in altre città ed in altri contesti. Con la missione – a nostro avviso nobilissima – di stimolare il piacere della lettura e di vincere la pigrizia culturale, potremmo avvistare il “distributore di cultura” in diversi luoghi affollati, come scuole, università, biblioteche e stazioni ferroviarie.
Ciò è già successo a Singapore, dove una libreria indipendente – la BooksActually – ha deciso di porre dei veri e propri distributori di libri in giro per la città. Ogni distributore contiene circa 20 titoli diversi e il catalogo dei libri viene aggiornato almeno una volta al mese. Ad Amburgo, invece, sono stati modificati i vecchi distributori di sigarette, per trasformare la dipendenza da nicotina in dipendenza da cultura.
Insomma, che si voglia far diventare la lettura un “vizio” o equipararla al soddisfacimento di un bisogno primario come dissetarsi o sfamarsi, noi di Fooks non possiamo fare altro che augurarci che questi esempi siano seguiti sempre più spesso ed ovunque.