Dopo il grande successo di “Ma che ci importa del mondo”, Selvaggia Lucarelli è tornata in libreria con “Dieci piccoli infami”.
La giornalista de “Il fatto quotidiano” ed opinionista tv è onnipresente sul web e nei social network, dove non manca mai di esprimere personale opinione sui fatti più interessanti di cronaca o di condividere momenti della sua vita.
Con il suo ultimo libro ha deciso di sperimentare una forma di narrazione più breve, prendendo spunto dalla serie tv americana “Tredici”. La scrittrice ha dichiarato, infatti, che “l’idea del libro è nata vedendo ‘Tredici’ in cui la protagonista, prima di suicidarsi, registra 13 cassette ognuna delle quali dedicata a una persona che l’ha, in qualche modo, spinta a compiere quel gesto. Senza drammi, io mi sono domandata chi sono le persone a cui manderei una cassetta, pur sopravvivendo”.
E della copertina ha rivelato che: “C’è un’utilitaria perché uno dei capitoli è dedicato a un uomo con cui finii su un’utilitaria da adolescente. E furono i 10 minuti più lunghi della mia vita. E poi ci sono alcuni dei protagonisti. Non riconoscibili perché altrimenti avrebbero chiesto al loro avvocato di fermare la distribuzione nelle librerie”.
Ma chi sono i dieci piccoli infami di cui la Lucarelli racconta? Sono persone che ha conosciuto e che hanno reso la sua esistenza difficile o diversamente serena, portandola ad oggi a non averle dimenticate.
Con la sua scrittura decisa, ironica, dissacrante e allo stesso tempo insidiosa e con il suo modo lineare di narrare, la Lucarelli dà al lettore dieci ministorie autobiografiche con protagonisti che nella vita reale l’hanno resa infelice anche per un breve lasso di tempo.
Tra questi, vi sono la migliore amica d’infanzia che tornata dalle vacanze estive le voltò le spalle, il parrucchiere che preferì rovinarle i capelli piuttosto che ascoltarla, il “Mister Amuchina”, ex fidanzato super attentato alla pulizia e all’igiene, la prima persona che le diede della “Signora”, la mamma di Nicoletta che faceva paura tanto quanto Adolf Hitler e un colpo di fulmine che- sembrava ma – non era assolutamente l’inizio della più grande ed importante storia d’amore della sua vita.
Ci tiene la Lucarelli a precisare, però, che i dieci piccoli infami non avranno sorprese leggendola, ma sono già ben consci da tempo di cosa pensa di loro e che gli infami nella sua vita non sono stati solo dieci, ma almeno cinquanta. Un “Dieci piccoli infami. Volume 2”, quindi, non è da escludersi.
Del resto, il lettore apprezzerà l’equilibrio che la scrittrice è riuscita a creare alternando il racconto di storie drammatiche ad un’ironia graffiante che la contraddistingue da sempre. Il talento di Selvaggia Lucarelli, infatti, è di raccontare la vita, le storie e il mondo che la circonda non dimenticando mai di usare quel filo di ironia imprescindibile nella valutazione e nella narrazione della realtà.
Il lettore, quindi, riderà molto leggendo delle “disavventure” della Lucarelli, di conseguenza penserà alle proprie, o meglio, ai propri dieci piccoli infami e, non si escludono lunghe telefonate e rese dei conti a distanza di anni.
Il libro, però, non vuole essere un mero insieme di aneddoti autobiografici statici senza risvolti su cui riflettere. È un modo, invece, per imparare a crescere attraverso gli eventi che accadono. Come la stessa Lucarelli ha affermato: “La frase che apre il mio libro è “non vediamo le cose per come sono, ma per come siamo”. Ecco: è la lettura e la decodificazione di quello che ci accade che fa la differenza e non il fatto in sé. Però non siamo mica tutti capaci di elaborare le esperienze negative al meglio. C’è chi di fronte ad una delusione si incattivisce o si inaridisce, chi sviluppa una maggiore sensibilità, chi diventa rigido, chi impara a perdonarsi e a perdonare e chi si vendica”.
Sotto l’ombrellone si consiglia “Dieci piccoli infami” per un lettore che, anche in vacanza, non voglia perdere il piacere di leggere.
“Dieci piccoli infami”, Selvaggia Lucarelli, Rizzoli Editore, pagg. 216, € 17,00
Buona lettura!