Dal Cile la donazione di terra più grande di sempre

Un gesto di estrema umanità, un gesto in nome del rispetto e dell’amore per la natura. In questo senso si può leggere l’ammirabile gesto dei coniugi Kris e Douglas Tompkins, che per lunghi anni hanno deciso di salvaguardare la natura di Cile e Argentina, fiumi, boschi, foreste, dai latifondisti e locali, comprando, uno dietro l’altro, sempre più ettari di terre del Sudamerica.

Douglas, plurimilionario fondatore dei marchi North Face ed Esprit, ceduti rispettivamente nel 1968 e nel 1990 – guadagnando oltre 2 miliardi di dollari soltanto con la prima, che tra l’altro era nota per il proprio rispetto verso la natura – cominciò insieme a Yvon Chuinard, amico e fondatore del marchio Patagonia, a dare via a questo progetto di tutela, difesa e protezione dei territori naturali del Sudamerica, per quanto erano in grado di compiere. Anno dopo anno, ha continuato a comprare territori cileni, fino a raggiungere un possedimento privato di circa 890mila ettari di terreni in Sudamerica, spendendo circa 400 milioni di dollari.

Una fantastica opera umanitaria che non ha conosciuto una fine nemmeno nel 2015, anno della morte di Doug: la seconda moglie Kris ha infatti portato avanti il progetto, fino ad arrivare alla cessione di queste terre al governo cileno, la più grande donazione mai effettuata da un privato a un ente governativo. Essa è quantificabile infatti in 400mila ettari, e permetterà la creazione di un parco nazionale tre volte superiore alla grandezza di Yellowstone e Yosemite Park messi insieme. Inoltre, al momento della firma della donazione, il presidente cileno Bachelet si è impegnata nella creazione imminente di cinque parchi nazionali, da cui saranno generati – sostiene la fondazione Tompkins – oltre 40mila posti di lavoro e un guadagno, in ecoturismo, di 270 milioni di dollari annui.

crediti: DANIEL GARCIA/AFP/Getty Images

L’opera dei coniugi non è finita qui, in quanto nei prossimi mesi avverranno accordi e donazioni di territori all’interno della Patagonia anche con il governo argentino. Il tutto sempre nel nome di Douglas Tompkins e della sua volontà di proteggere la natura e l’ambiente, ormai sede di multiple criticità: “Vediamo la perdita di biodiversità – diceva – come una delle più grandi crisi del nostro tempo”.

Andrea Codega