Cos’è una visita tricologica

Una visita da un tricologo può essere di fondamentale importanza non solo per chi ha problemi di capelli grassi o deve fare i conti con la forfora, ma soprattutto per chi lotta con la caduta dei capelli. La visita ha lo scopo di identificare possibili anomalie che interessano la capigliatura: la follicolite, i capelli secchi e i vari tipi di dermatite, ma anche l’alopecia. Una volta che l’anomalia è stata individuata e diagnosticata, lo specialista a cui ci si è rivolti suggerisce una terapia appropriata in grado di favorire la risoluzione del disturbo. Per fare sì che la patologia venga normalizzata ed eliminata, è indispensabile determinare con la massima precisione le sue cause scatenanti.

Come si svolge la visita

Il primo step di una visita da un tricologo è rappresentato dall’anamnesi: si svolge, quindi, un colloquio attraverso il quale possono essere raccolte tutte le informazioni pertinenti relative al paziente – per esempio, la sua storia familiare, le sue abitudini personali, e così via – in modo tale che la sua storia clinica possa essere ricostruita in modo certo e affidabile. Per esempio, lo stile di vita che si segue costituisce un parametro decisivo nell’ambito di un’indagine che è volta a scoprire le cause del problema di cui si soffre. I dati che sono stati raccolti, poi, vengono trascritti e archiviati nella cartella personale del soggetto.

In un momento successivo, si procede con la fase seguente, che consiste nel monitoraggio del cuoio capelluto: ciò è possibile attraverso una microcamera ad alta risoluzione, un dispositivo ad hoc che permette di ispezionare i capelli e la cute con l’obiettivo di riscontrare potenziali anomalie a livello del cuoio capelluto. Tramite un monitor, è possibile visualizzare in tempo reale le immagini della cute. Nel caso della caduta dei capelli, per esempio, se ne identificano le cause. 

I test tricologici

Se il problema per cui si è deciso di rivolgersi a un tricologo è la caduta dei capelliè possibile che lo specialista preveda l’esecuzione di test specifici finalizzati a consentire una valutazione più accurata e precisa. Basti pensare, per esempio, al tricogramma, che prevede una analisi strutturata dello stato di salute dei capelli e del cuoio capelluto, ma anche al wash test, attraverso il quale si capisce quanti capelli si perdono nel corso di un lavaggio, o al pull test, che ha lo scopo di verificare la resistenza alla trazione. 

Una volta che tutte queste indagini sono state portate a termine, si arriva al momento finale, che è quello della diagnosi, elaborata dal tricologo sulla base dei risultati che sono stati riscontrati. Lo specialista indica anche i suggerimenti e gli accorgimenti che devono essere adottati e segnala la cura tricologica più appropriata da seguire in funzione del tipo di problema che è stato notato. I dati raccolti con l’anamnesi vengono incrociati con le risultanze dei vari test sostenuti: così si può arrivare a una diagnosi accurata che tiene conto, ovviamente, anche dell’esisto del tricogramma. A quel punto si può iniziare con la terapia, che può prevedere il ricorso a prodotti igienici o, in alternativa, essere di tipo strumentale, resa possibile dall’impiego di macchinari ad hoc. 

Per ottenere ulteriori informazioni a proposito della tricologia è possibile consultare il sito cesareragazzi.com, che rappresenta un apprezzato punto di riferimento per tutte le persone che hanno problemi di caduta di capelli, da sempre sinonimo di affidabilità.

redazione