Crediti: Francesco Prandoni

Coronavirus e musica dal vivo: 14 milioni persi a causa dell’epidemia

L’Associazione di Categoria KeepOn LIVE rende pubblici i dati relativi alle economie perse del settore: 14 milioni di euro dall’inizio dell’epidemia.

KeepOn Live, l’associazione di categoria dei Live Club e Festival italiani, presenta una relazione che esamina i dati relativi alla situazione economica e lavorativa del settore a seguito delle misure restrittive messe in campo a causa dell’emergenza COVID-19, a partire dal 21 febbraio 2020. Un mercato che fornisce lavoro a circa 30mila professionisti assunti direttamente (personale tecnico, di produzione e comunicazione, baristi, addetti alla sicurezza e altro) e a oltre 200mila professionisti assunti indirettamente (artisti, uffici stampa, agenzie concerti, agenzie di marketing).

Dallo studio emerge che oltre il 62% delle realtà prese in analisi è stata costretta ad annullare più di 10 eventi mentre solo l’1.2% non ha subito variazioni nel proprio programma. Le cancellazioni riguardano in maniera uniforme tutte le attività tipiche del settore: da concerti, a workshop, a interi festival. Prevalentemente, si trattava di eventi a biglietto che non è stato possibile ricalendarizzare e che avrebbero coinvolto quasi 2 milioni di persone.
In un settore peculiarmente privo di ammortizzatori sociali, emerge che solo il 14.6% della forza lavoro è assunta per mezzo di contratti a tempo indeterminato. Un dato che porta ad affermare la sostanziale inutilità di gran parte delle misure assistenziali messe in campo fino a oggi da parte dei vari governi.
In termini di fatturato, la chiusura delle attività e l’annullamento degli eventi hanno portato ad un ammanco di circa 14 milioni di euro. Al momento, oltre il 7% degli intervistati ha dichiarato di non poter riprendere le attività e il 54.9% ha forti dubbi sulla ripartenza.

“Questi dati rendono evidente ancora una volta come le categorie di Live Club e Festival abbiano un impatto importante sui territori, coinvolgendo milioni di persone grazie alle loro attività – spiega Federico Rasetti, direttore di KeepOn LIVE -. Soprattutto se si paragona questo impatto ai numeri economici che muovono: sono categorie che economicamente potrebbero essere salvate con pochi accorgimenti e a costi relativamente bassi per lo Stato, ma che avrebbero benefici enormi sul tessuto sociale del Paese. Live Club e Festival contribuiscono capillarmente alla sicurezza sociale e alla diffusione di cultura e messaggi positivi, anche e soprattutto nelle province e periferie. Oggi, meno della metà di questi si dice fiducioso su una riapertura in mancanza di adeguate tutele, un pericolo che le istituzioni dovrebbero scongiurare”.

redazione