Formazione Italia 4-09-2018 Belgio - Italia Calcio Donne Qualificazioni Mondiali 2018/2019 Foto Photonews/insidefoto ITALY ONLY

Brusco stop per il calcio femminile

Brutte notizie per il calcio femminile italiano: il campionato di serie A non ripartirà. Era già nell’aria ma la decisione definitiva è arrivata solo nella giornata di lunedì 8 giugno, quando il Consiglio Federale ha sancito la chiusura del campionato femminile. La decisione è coerente se si pensa che il calcio femminile è catalogato in Italia come sport dilettantistico, è stridente se si pensa invece al confronto con i colleghi uomini, tornati a giocare il 12 giugno. Lo scudetto 2019/2020 non sarà assegnato nonostante al momento dell’interruzione la Juventus Women dominasse la classifica con 9 punti di distacco sulle contendenti Milan e Fiorentina. La squadra viola accederà alla Champions League dell’anno venturo, mentre a retrocedere nella serie cadetta saranno Orobica Bergamo e Tavagnacco.

Movimento in forte crescita

È un duro stop per il calcio femminile che stava vivendo un momento di crescita esponenziale, sia dal punto di vista dei tesseramenti (cresciuti negli ultimi 10 anni con una media annua dell’8%), sia dal punto di vista dell’appeal. Questa crescita è passata attraverso degli eventi chiave piuttosto marcati, come la fondazione del ramo Women di Fiorentina F.C. nel 2015 e di Juventus F.C. nel 2017, la trasmissione in diretta di alcune partite del campionato di serie A da parte di Sky Sport, e il mondiale di Francia del 2019.

Juventus - Fiorentina, campionato serie A femminile
Juventus-Fiorentina all’Allianz Stadium

Quest’ultimo ha rappresentato un vero spartiacque per il calcio femminile in Italia, e gli ottimi risultati ottenuti dalle azzurre, arrivate ai quarti di finale, sono stati accompagnati da un audience elevatissimo. La nazionale è stata seguita da 21 milioni di persone, numeri eccezionali se si pensa che la serie A maschile viene seguita da 30,2 milioni di persone. Grandi meriti, oltre che alle azzurre, vanno alle reti di Sky e Rai che ne hanno trasmesso i contenuti, ma anche alla FIGC e ai social.  L’hashtag #RagazzeMondiali, ad esempio, ha raggiunto più di 150.000 menzioni e il torneo è stato il secondo evento sportivo più seguito in Italia durante l’estate.

Un ulteriore segnale a rimarcare l’aumento di interesse verso il calcio femminile è la presenza della calciatrice Sara Gama sulla copertina dello storico album dei calciatori Panini. Anche se in compagnia del collega Federico Chiesa, questa è la prima volta che una donna appare nella copertina dell’album più amato dai bambini e dai collezionisti italiani.

È giusto fermarsi?

Perché allora mentre il calcio maschile riparte (nel weekend si sono giocate le semifinali di coppa Italia), il calcio femminile chiude definitivamente il campionato? Innanzitutto, il calcio femminile vive in una sorta di limbo tra Lega Nazionale Dilettanti e F.I.G.C., che dalla stagione 2018/2019 ne controlla direttamente i campionati. Per questo motivo, sebbene fosse già stata decretata da tempo la fine della stagione per tutte le leghe dilettantistiche, la Federazione non si era espressa definitivamente riguardo al massimo campionato di calcio femminile. In secondo luogo, quest’ultimo non ha certamente il peso economico della Lega di serie A maschile, che produce ogni anno circa 3 miliardi di ricavi totali e genera un indotto di 8 miliardi, contribuendo al mantenimento di tutto il sistema sportivo italiano. In più ha un effetto positivo in termini di contribuzione fiscale e previdenziale per più di 1 miliardo per le tasche dello Stato.

La capacità economica non si riflette solo sulla capacità contributiva e sugli interessi occupazionali da difendere, ma anche sulla sicurezza sanitaria. Qui nascono le maggiori differenze. Mentre per i colleghi maschi le società hanno la forza di sostenere le ingenti spese che derivano da sanificazione e organizzazione degli impianti, questo non vale per le società femminili. Queste già in epoca pre-covid vertevano in condizioni economiche instabili, basti pensare che la Fiorentina Women’s, una delle principali società italiane, ha avuto nel 2019 un fatturato di 865.000€, chiudendo il bilancio con un rosso di 585.840€.

Tempo di riforme per il calcio femminile

Se gli interessi economici in gioco non sono sufficienti rapportati ai rischi legati alla pandemia, risulta logico pensare che lo stop del calcio femminile sia quanto meno sensato. Tuttavia, vista la crescita esponenziale che stava vivendo il calcio femminile in Italia, rimane l’amaro in bocca per uno stop che rischia di stroncare sul più bello questa crescita. Nell’attesa di una ripresa sarà necessario affrontare le problematiche e le richieste che i soggetti interessati avanzano da tempo, su tutte quelle legate al professionismo, il quale garantirebbe a calciatrici e non le giuste tutele e i giusti diritti.

Tempus fugit! È il momento di approfittare dei finanziamenti internazionali dell’Uefa e di eseguire una riforma sociale e strutturale dello sport, in modo da garantire a tutti indiscriminatamente il giusto livello di tutele e incentivi. Tutto deve avvenire in maniera bilanciata e con i giusti sforzi, sia da parte del Governo, sia da parte della Federazione. Senza gli incentivi ad investire nello sport infatti, anche il professionismo servirebbe a poco, aumentando i costi di gestione per le società e rendendone l’attività ancora più insostenibile.

Gianluca Pinna