Che vita di m*rda: tutto quello che c’è da sapere sui nostri escrementi

Sono tante le cose che la nostra cacca ci dice, eppure ciascuno di noi cerca di farla sparire sempre in fretta, basterebbe fare attenzione a tanti particolari per capire molto di più di come stiamo, soltanto osservando alcune caratteristiche. Pensate che dallo studio della cacca si può anche evincere se abbiamo contratto il coronavirus, in quanto il virus risulta presente anche nei residui.

Ognuno di noi nell’arco della nostra vita produce non meno di 6 tonnellate di cacca. Dopo ogni pasto occorrono dalle 2 alle 8 ore affinchè il cibo attraversi i 7 metri dell’intestino, degli attacchi chimici operati dai nostri enzimi rendono il cibo assimilabile dall’organismo, nell’intestino tenue, infatti, attraverso i succhi pancreatici e gli enzimi

le molecole trattate chimicamente, vengono assorbite dalla parete intestinale. Ciò che rimane, raggiunge il colon, dove prima dell’espulsione viene disidratato e concentrato.
per molti l’atto dell’espulsione può diventare anche faticoso, dipende essenzialmente dall’alimentale, ricca di fibre, favorisce il transito delle feci, e dal regime di vita, lo stress nuoce tanto, mentre l’attività fisica ne è di giovamento.
Secondo gli standard medici, l’attività è regolare se viene espletata dalle 3 alle 4 volte la settimana, spesso concide con un atto abitudinario, stessa ora per intenderci, per esempio durante le vacanze molto cambiando le loro abitudini entrano in difficoltà. Una curiosità, gli astronauti, se non introducono fibre riescono a farla anche solo una volta al mese, il rischio nei casi gravi e di arrivare a dolori cronici ed occlusione intestinale.
Il modo migliore per defecare,  ed evitare la costipazione ,è proprio quello di assumere la cosiddetta posizione “squat”, tenendosi sollevati sulle gambe, come fanno gli animali. Questo perché quando siamo seduti l’intestino retto si piega e non facilita l’evacuazione. In altre parole, il meccanismo di chiusura dell’intestino non è progettato per “aprire lo sportello completamente” quando siamo seduti.

 Lo “squat” invece è un modo molto più naturale e mette meno pressione sul retto. Lo spiegava Giulia Enders nel libro L’intestino felice: «1,2 miliardi di persone nel mondo che utilizzano lo “squat” hanno meno probabilità di soffrire di diverticoli e meno problemi di emorroidi. Noi in Occidente, d’altra parte, spremiamo il nostro tessuto intestinale fino a che non esce dalle nostre parti inferiori».

Questa rivelazione non è però una novità. Ci sono varie ricerche scientifiche sull’argomento. La più importante è uno studio del 2003 del medico israeliano Dov Sikirov che ha confrontato 3 modi di fare la cacca: da seduti, su un wc alto 42 centimetri, su un wc alto 31 centimetri e accovacciati.

Cronometro alla mano ha registrato i tempi medi di evacuazione. Accovacciati i giochi erano fatti in meno di 50 secondi. Seduti sul water, invece, ci voleva almeno 1 minuto in più (130 secondi di media).

Certo lo studio è stato condotto prima dell’arrivo di smartphone e social network che hanno reso la sosta al bagno più lunga e meno noiosa, ma questa è un’obiezione poco scientifica. La colpa dell’odore sgradevole è soltanto di alcuni composti, in particolare le tracce di zolfo e le le molecole di ammonia­ca e trimetilammina.

I giapponesi, sensibili alla puzza, hanno sviluppato alcune pillole che, nell’intestino, disgregano le molecole di ammonia­ca e trimetilammina. Delle “Etiquet­te Up”, in commercio dal 1994, è stato venduto oltre un milione di flaconi, mentre le concorrenti “Etiquette”, nella foto, lanciate nel 1997, in 6 mesi hanno venduto più di 600 mila confezioni: sulla scatola c’è scritto «la gente è responsabile dei propri odori».
Le “Odafree”, vendute negli Usa, promettono risultati strabilian­ti dopo solo tre giorni di utilizzo. Unico effetto collaterale, la cacca si colora di verde.

Pamela Dalton, ricercatrice del centro Monell di Chimica dei sensi di Filadelfia (Usa), è una grande esperta di puzze. Soprattutto di quella della cacca. Danton – si fa fatica a crederlo, ma è proprio così – ha lavorato a un progetto militare degli Usa per realizzare una bomba puzzolente, non letale ma in grado di togliere al nemico ogni spirito ag­gressivo. La cacca si è dimostrata la più efficace nel mettere in fuga l’esercito più agguerrito. Se fosse letale, il nome è facile da trovare: “la morte marrone”. 

Alessandra Filippello