Che Dio ci aiuti veramente: cocaina in mezzo alle ostie e accuse di pedopornografia ad Ascoli

Chi potrebbe mai pensare che nella teca di una Chiesa, nel luogo sacro dove vengono custodite le ostie sacre, il corpo di Cristo sulla terra per redimerci, accanto alle ostie il vice parroco di una Chiesa custodisca la sua dose di cocaina. Circa 3 grammi, la sua dose, forse pensava che in quel sacro rifugio l’effetto della droga assumesse caratteri sacri e mistici al tempo stesso. Sicuramente pensava di essere furbo, Don Alberto Bastoni, il prete di 56 anni sospeso dalla diocesi di Ascoli Piceno perché trovato in possesso di sostanze stupefacenti e come se non bastasse nell’hard disk del suo computer, sono state ritrovate tutta una serie di raccolte di materiale pedopornografico, A scoprirlo sono stati i carabinieri del capoluogo piceno, che hanno inoltre fatto sapere che al viceparroco del Duomo non è contestato il possesso di droga, ma che nei suoi confronti è stato avviato un procedimento amministrativo che contempla la segnalazione alla prefettura quale assuntore. Non solo: durante le perquisizioni nella sua abitazione gli uomini dell’Arma hanno trovato anche due siringhe insanguinate in una libreria e in un sacco della spazzatura. Al prete sono inoltre stati sequestrati computer e hard disk, ed è per detenzione e  scambio di materiale pedopornografico scaricato da internet che don Bastoni è oggi indagato. Attualmente il prete non è sottoposto a nessun provvedimento restrittivo.

Don Bastoni era il vice parroco del Duomo di Ascoli Piceno e in passato era stato rettore del Santuario dell’Amore misericordioso di Collevalenza di Todi (Perugia), dove i vescovi italiani hanno a lungo svolto le loro assemblee generali. Già nel 2012 il sacerdote era stato coinvolto in uno scandalo, quando venne trovato in possesso di cocaina in macchina e in seguito indicato da un testimone come frequentatore di festini a base di sesso e droga. Accolto ad Ascoli Piceno dal Vescovo Giovanni D’Ercole, è stato proprio quest’ultimo a confermare i nuovi guai di Bastoni: “Apparentemente – si legge in una nota – sembrava che tutto procedesse nel migliore dei modi senonché, forse anche in conseguenza del lockdown, don Alberto Bastoni è caduto in una depressione maggiore unipolare che gli ha provocato un grave squilibrio mentale, umano e umorale che si è manifestato in comportamenti che hanno attirato una indagine da parte delle autorità competenti”.
La Curia ha dunque  confermato che il parroco è il protagonista di un’inchiesta giudiziaria: “Il Vescovo diocesano appena si è reso conto dello stato di salute e del totale cambiamento di personalità e avendo avuto notizia da lui stesso di un’indagine a suo carico, gli ha chiesto immediatamente di lasciare la Diocesi, riaffidandolo al Superiore generale della sua Congregazione religiosa per le cure necessarie. Con dispiacere, mons. D’Ercole ne dà notizia auspicando che don Bastoni possa al più presto risolvere i suoi problemi di salute e personali. Da questo momento in poi ogni comunicazione o richiesta di informazioni andrà rivolta alla sua Congregazione di provenienza”.

Pur non essendoci testimonianze di adescamento nei confronti di minori, o di atteggiamenti promiscui nei confronti degli stessi parrocchiani, di certo la presenza di tali caratterialità nell’ambito della Chiesa fanno inorridire se si pensa che persone così hanno il potere di ascoltare durante il rito della confessione tutti i pensieri intimi ed i dolori dei vari parrocchiani, che confidano di ricevere durante l’assunzione dell’eucarestia il corpo di Cristo Benedetto, non di certo di prendere il sacramento dalle mani di un pedofilo e cocainomane.

Alessandra Filippello