OTT, acronimo di Over The Top. No, il celeberrimo film con Sylvester Stallone non c’entra assolutamente nulla, ma è bene cominciare a familiarizzare con questo acronimo, perché tutto lascia pensare che sarà sempre più presente nella vita di tutti noi.
Per chi non bazzica le nuove tecnologie, partiamo da una spiegazione semplice di cos’è un OTT. La tecnologia Over The Top, stando alla definizione che ne dà l’AGCOM, cioè l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, permette di fruire di contenuti e servizi attraverso la rete Internet. Se queste parole vi suonano familiari, un motivo c’è: molto probabilmente, state già usando un OTT, solo che non ne eravate (ancora) consapevoli.
Alla scoperta delle OTT
Le imprese che sfruttano la tecnologia OTT sono già molte nel mondo, parecchie delle quali hanno cominciato, negli ultimi anni, a fornire i propri servizi anche in Italia. Se vi diciamo Netflix, ad esempio? Come Amazon Prime o Infinity, Netflix è esattamente una piattaforma OTT, cioè un fornitore di contenuti su Internet.
Le OTT funzionano grazie allo streaming: tutti i contenuti vengono ospitati sui server centrali delle imprese e sono dunque sempre a disposizione dell’utente. Quando un abbonato Netflix o Amazon Prime vuole guardare un film o una serie tv, o magari un documentario, non deve fare altro che sfogliare il catalogo e premere il tasto play.
La grande differenza con le emittenti televisive sta nel fatto che queste hanno un palinsesto predeterminato: ad una determinata ora del giorno, su quel determinato canale, lo spettatore può vedere un programma deciso in partenza. La sua possibilità di scelta è dunque limitata: o guarda quello che gli viene proposto, o cambia canale.
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Dall’IPTV alle OTT
La storia delle OTT è ancora piuttosto giovane, ma c’è un passaggio intermedio nell’evoluzione dell’offerta di intrattenimento visivo, che si pone esattamente a metà tra la tv tradizionale e le Over the Top: le IPTV.
Quando la possibilità di utilizzare una connessione veloce (tipicamente la fibra ottica) si è estesa sul territorio, molti operatori hanno cominciato a fare concorrenza alla televisione tradizionale sfruttando l’Internet Protocol Television, acronimo per l’appunto di IPTV. Sfruttando la rete, questi operatori hanno permesso ad esempio di rivedere i contenuti passati in tv in un secondo momento.
L’OTT va oltre, perché elimina il concetto di intermediario: non è chi posa le linee o chi sceglie la programmazione a decidere che cosa si può vedere o quando. L’OTT garantisce all’utente la più completa libertà di crearsi il proprio palinsesto personale.
Le OTT e lo sport
Negli ultimi tempi, le OTT stanno guardando con grande interesse ad un settore che avevano ignorato, quello degli avvenimenti sportivi. Su piattaforme come Netflix e Amazon Prime si possono seguire serie tv, film e documentari, ma la vera rivoluzione arriverà quando anche lo sport correrà principalmente attraverso la rete.
Oggi, la televisione tradizionale rimane ancora il metodo più diffuso per guardare una partita di Champions League o di Serie A, ma in un futuro probabilmente neppure troppo lontano, le piattaforme OTT saranno il luogo dove vedere il calcio in diretta streaming, o qualsiasi altro avvenimento sportivo – per quel che vale.
La rivoluzione in realtà è già cominciata. La settimana scorsa, Amazon ha partecipato all’asta per i diritti tv della Champions League, per il triennio 2021/2024, aggiudicandosi uno dei pacchetti, quello per la trasmissione delle migliori 16 partite del mercoledì e della Supercoppa Europea. E questo, ne siamo convinti, è soltanto l’inizio.