Una vita di studi e di esperienze professionali interamente dedicata all’ambiente quella di Cesare Ubbiali, dapprima laureatosi in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Milano per conseguire poi il Dottorato di Ricerca in Ecologia Agraria presso lo stesso ateneo.
Da più di vent’anni lavora nel ramo del compostaggio e bio-trattamento dei rifiuti, annovera all’attivo oltre sedici pubblicazioni scientifiche internazionali e oggi ha deciso di scendere in politica per portare avanti i suoi ideali.
Cesare, come è maturata l’idea di candidarsi e impegnarsi politicamente?
Ho sempre seguito la politica come spettatore. L’approccio e l’impegno attivo di oggi nasce da una proposta fatta da persone a cui mi sento allineato negli ideali, con l’obiettivo di portare la mia esperienza e visione nell’ambito ambientale ed ecologico.
La parola sostenibilità è, secondo lei, abusata e messa troppo poco in pratica o, al contrario, è entrata nel vivere comune e quotidiano in modo costruttivo?
È un po’ la parola d’ordine degli ultimi anni in ambito ambientale ed è l’obiettivo che dobbiamo porci. Rendere sostenibili le nostre attività deve essere una priorità per ridurre al minimo gli impatti delle nostre scelte. La sostenibilità va perseguita e raggiunta come obiettivo reale.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile suddivisi in 169 traguardi, mi auguro che davvero gli obiettivi siano raggiunti entro il 2030 e che la divulgazione relativa a questa agenda sensibilizzi ulteriormente i singoli cittadini.
Le nuove generazioni sono molto più attente a certe tematiche rispetto a chi le ha precedute?
Le nuove generazioni ricevono più informazione ed educazione delle vecchie generazioni. Il lavoro di sensibilizzazione alle varie tematiche, in particolare, a quella ambientale, è importantissimo e può fare la differenza tra il successo – oppure – l’insuccesso delle politiche introdotte. Sicuramente, bisogna lavorare molto in questo senso.
Dal punto di vista ambientale, la raccolta differenziata, che è introdotta ormai da molti anni, va ulteriormente sensibilizzata con informazione a più livelli a partire dalle scuole. La differenziata è alla base della gestione etica e “sostenibile” delle risorse che possono essere riutilizzate, recuperate e riciclate, oppure, vantaggiosamente trasformate in energia.
Nord, centro e sud: quale fotografia rappresenta l’Italia in termini di gestione dei rifiuti?
Se la vediamo dal punto di vista della raccolta differenziata, i migliori obiettivi raggiunti sono riscontrabili nel nord Italia (> 70%), segue il centro che si assesta intorno al 60% e poi arriva il sud di poco sotto. Nelle regioni del centro-sud molto è stato fatto, ma molto deve essere ancora fatto, sia in termini di qualità di raccolta, sia di diffusione sul territorio. In generale, si osserva un incremento della raccolta differenziata in concomitanza al calo di produzione di rifiuti, a testimonianza che la raccolta separata dei rifiuti aumenta l’attenzione del cittadino e lo responsabilizza.
La normativa vigente in materia ambientale agevola, secondo la sua esperienza, una snella esecuzione dei controlli quali-quantitativi e dei monitoraggi ambientali o i tempi della politica non vanno di pari passo alle reali esigenze del pianeta?
Se da una parte la politica può proporre e rendere attuabili miglioramenti ed innovazioni, dall’altra può anche generare ritardi di applicazione e recepimento delle direttive comunitarie, rallentandone i tempi di adozione. In linea di massima, però, ciò che è discusso e poi introdotto a livello normativo porta dei reali vantaggi e positivi miglioramenti ai fini dei controlli qualitativi che hanno sicuramente risvolti positivi sull’ambiente.