Spodestare Sfera Ebbasta dalla classifica degli album più venduti sembrava impossibile, invece Ermal Meta con “Non abbiamo armi” c’è riuscito e si tira un sospiro di sollievo. U R R A’ !
L’effetto Sanremo inevitabilmente ha cambiato le sorti della vendita degli album e la Classifica Fimi dà solo certezze: bye bye trap, il Re dell’album più venduto in Italia è Ermal Meta.
Il cantautore di origini albanese, vincitore della 68° edizione del Festival di Sanremo con il brano “Non mi avete fatto niente” in featuring con Fabrizio Moro, in concomitanza all’evento musicale ha pubblicato il 9 febbraio 2018 il suo terzo album: “Non abbiamo armi”.
«Questo disco» dice Ermal Meta «mette insieme Umano e Vietato morire, ma proiettandosi in avanti, andando verso altre direzioni. L’anno scorso ho fatto tanti concerti, ricavandone molti stimoli. Giravamo su un furgone, e spesso prendevo appunti sul telefono. Ho una cartella piena di appunti, ci sono note vocali e singole strofe. Lì dentro c’è davvero tutto. È una specie di Wikimeta».
L’album composto da dodici canzoni è il terzo progetto discografico dell’artista da quando ha intrapreso la carriera da solista. Con una copertina interamente gialla con il volto in primo piano del cantante, l’album è in perfetto stile Ermal Meta per musica e testi.
Il tema predominante del disco è l’amore in tutte le sue sfumature e variabili. La gioia di essersi incontrati, l’innamoramento come l’abbandono, la sofferenza e la delusione vengono cantati come per immagini e raffigurazioni trascinando l’ascoltatore in un turbinio di sensazioni ed emozioni molteplici e contrastanti tra loro.
Tra le dodici canzoni dell’album meritano una menzione speciale “9 primavere”, “Il vento della vita”, “Quello che ci resta” e “Le luci di Roma” nelle quali Ermal Meta racconta la fine di un amore, l’importanza delle esperienze e i ricordi che lacerano e riaprono ferite.
Interessante anche “Non abbiamo armi”, la canzone che dà anche il titolo all’album nella quale il cantautore esprime quanto un abbraccio possa difendere e allo stesso tempo proteggere. “Caro Antonello” è una lettera/dedica seria ad Antonello Venditti che – a detta di Ermal Meta – è colonna sonora con “le sue canzoni d’amore che ci hanno fatto male” dei momenti bui post rottura. Non manca neppure la canzone scanzonata: “Io mi innamoro ancora” è decisamente una potenziale hit estiva. La canzone “sperimentale” che chiude anche l’album è “Mi salvi chi può”, scritta il giorno di Natale. Ermal ha dichiarato: «Per me Natale è un giorno come un altro, anzi, non amo proprio festeggiarlo. Ero in studio, il disco era praticamente finito, ma io sentivo che mancava qualcosa. All’improvviso è nato questo pezzo, l’ho inciso e soltanto a quel punto ho capito che Non abbiamo armi era davvero risolto». Quasi sei minuti che fanno intendere – anche a detta del cantautore – cosa aspettarsi dal prossimo album perché Ermal è un fiume in piena di parole, di musica e di voglia di comunicare ed il quarto album non tarderà ad arrivare.
«Sì, se vogliamo chiamiamola pure urgenza di esprimersi. Il mio è un bisogno di buttare fuori cose. È una sorta di esigenza narrative, un’autoterapia. Un sacco degli appunti di cui parlavo prima sono diventati canzoni per altri. È quando dico una cosa ad alta voce che mi rendo conto se è giusta, se va bene per me o se è meglio indirizzarla altrove. Io quando sono in studio recito i versi. Quando incisi Umano ero da solo, quindi era un po’ come parlare con un altro me. È stato allora che mi sono accorto che i significati cambiano a seconda della situazione. Le parole sono come atomi e gli atomi vibrano. Queste vibrazioni rendono diversa ogni singola parola»
“Non abbiamo armi” è il terzo album in tre anni per Ermal Meta che è diventato a pieno titolo una garanzia del cantautorato italiano contemporaneo. I suoi testi come i suoi arrangiamenti non sono mai banali e riescono ad intrufolarsi nelle trame del cuore e nei meandri della mente fino a diventare canzoni da intonare per giorni interi, da dedicare o da tenere nella propria playlist. Ermal ha il dono di essere un autore schietto e onesto che conosce la musica così bene da saperla mettere a disposizione del messaggio che vuole dare, vestendola negli anni di sfumature, vibrazioni e armonie nuove e sempre diverse.
Il risultato è un disco molto bello da comprare assolutamente e da imparare a memoria perché è emozionante, pieno di atmosfere, immagini e ricco di magia e realtà allo stesso tempo.
Nel paragone con “Non abbiamo armi”, Sfera Ebbasta ne rimane schiacciato e perdente sia in termini di qualità che di quantità. Se Sfera ha la capacità di trappare quel che i giovani del 2018 vogliono sentirsi dire nel modo sgrammaticato che piace tanto a loro, Ermal Meta è l’apoteosi di ciò che resterà negli anni della storia della musica italiana. Sfera Ebbasta è una moda e passerà, Ermal Meta, invece, scrive le pagine del nuovo cantautorato italiano ed è destinato ad essere ricordato nel tempo. Non c’è storia, non c’è confronto: la musica è iniziata e la trap è finita!
Al momento Ermal Meta è in giro con l’Instore Tour per l’Italia e ben presto toccherà tutte le province della penisola fino ad arrivare al mega evento del 28 aprile 2018 al Mediolanum Forum di Assago durante nel quale canterà oltre i suoi brani di sempre anche tutte le nuove canzoni di “Non abbiamo armi”.
Buon ascolto!