Blue Monday: preparatevi ai falsi “depressi” del web!

Partiamo da una precisazione doverosa: il Blue Monday non esiste! Trattasi della teoria di uno psicologo, Cliff Arnall, che ha il sapore della trovata pubblicitaria. Arnall, infatti, disse di aver trovato la formula matematica che permetterebbe di calcolare in quale giorno dell’anno le persone sarebbero più propense ad organizzare e prenotare un viaggio. Le variabili della formula (che, per il vostro bene, vogliamo risparmiarvi) sarebbero fattori difficilmente quantificabili, come le condizioni atmosferiche (?), i “livelli motivazionali bassi” (??) e la sensazione di una necessità di agire (???). Non che i fattori definibili con un numero aiutino molto! Secondo la teoria del Blue Monday, infatti, ad incidere sulla nostra tristezza ci sarebbero il salario (che a gennaio, dopo le spese di Natale, i rincari del nuovo anno ed i saldi, è molto vicino allo zero), dei non meglio definiti debiti ed il tempo trascorso dal fallimento dei buoni propositi per il nuovo anno.

In pratica, immaginatevi: siete lì, seduti al tavolo davanti all’ennesima fetta di pandoro farcito avanzato da Natale, dopo che avete promesso che “dall’8 gennaio, dieta!”, in una mano l’estratto conto, nell’altra la calcolatrice che segna la cifra a 4 zeri dei debiti contratti, coscienti delle scadenze di lavoro che incombono e che fate? Prenotate una vacanza! Dei geni proprio.

Trattasi di PSEUDOSCIENZA, a metà strada tra la Coca Cola come anticoncezionale e le scie chimiche. Arnall fu smentito da diversi scienziati ed addirittura l’Università di Cardiff, dove lo psicologo lavorava, ne prese le distanze. Pare che alcuni accademici, in pratica, avessero ricevuto un comunicato stampa già redatto che riportava la formula del Blue Monday, con un’offerta di denaro per chi se ne fosse assunto la paternità. Guarda caso, poi, il primo Blue Monday fu dichiarato nel 2005 da Sky Travel, canale televisivo dedicato ai viaggi.

Sì, avete letto bene, il Blue Monday “esiste” dal 2005. E come mai solo da alcuni anni pare che chiunque sia affetto da tristezza il terzo lunedì di gennaio? Come già detto, si trattò di una trovata pubblicitaria. Ed è risaputo che le pubblicità non durano a lungo. Ma il web, ed in particolare i social network, è il posto migliore dove riciclare ogni stupidaggine.

E così, eccole lì le bacheche intasate di gente che si afferma depressa, link “ironici” contro il lunedì in generale, falsi alternativi che “per me c’è anche il Blue Tuesday, il Blue Wednesday, …” e soprattutto le fanpage delle aziende. Perché il Blue Monday è rimasto quello che era sin dall’inizio: una stupida trovata pubblicitaria.

Emilia Granito