Quello che si presta agli occhi dei visitatori è un vero e proprio museo a cielo aperto. Stiamo parlando della Valle più dipinta d’Italia racchiusa tra preziosi scorci e meravigliosi paesaggi nei territori della Basilicata tra i comuni di Satriano di Lucania, Sant’Angelo Le Fratte e Savoia di Lucania.
Tutto ebbe inizio dopo il terremoto del 1980 che colpì l’Irpinia, spazzando via luoghi simbolo di cultura e identità. Fu allora che Luciano La Torre, autore e promotore di molti dipinti del posto nonché presidente dell’associazione “Arte per la Valle”, accompagnato e supportato da grandi maestri, a dar vita a quello che oggi viene considerato un patrimonio artistico di tutto rispetto, caratterizzato dalla presenza di circa 400 murales che impreziosiscono i comuni bagnati dal fiume Melandro.
Passeggiando per le vie cittadine si fa quasi fatica ad osservarle come opere a sé, tanto da inserirsi in perfetta armonia scenografica nelle strutture preesistenti. Arredare e donare nuova vita a quei muri che avevano rappresentato così tanto dolore e distruzione non fu l’unico obiettivo perseguito. Il patrimonio muralistico e pittorico, a cui tra l’altro si aggiungono anche lavori di scultura e ceramiche, rappresenta oggi linfa vitale per quei piccoli territori popolati da poco più di 5 mila anime, tanto da diventare una vera e propria azione di promozione turistica locale che ogni anno attira visitatori da ogni parte del mondo.
Nel cuore del Melandro, l’arte dei dipinti murali racchiude storia, tradizioni, religiosità, cultura e leggende del posto. A Satriano, primo centro ad aver dipinto le sue mura, si distinguono ben sette percorsi tematici differenti, narranti rispettivamente storie di antichi miti e mestieri ed in particolar modo la vita del pittore De Gregorio detto Il Pietrafesano, nativo ed originario del posto, della regina Giovanna e degli scavi archeologici che hanno interessato la zona. A Sant’Angelo si fa spazio invece alla memoria di Caramuel, vescovo, filosofo, matematico, architetto, poeta e teologo spagnolo che non solo contribuì alla nascita del sistema binario, ma fondò proprio in paese la prima tipografia a caratteri di tutto il sud Italia e ancora, si racconta della vita contadina e del parco urbano delle cantine che lega la storia del posto alla tradizione del vino. A Savoia, oltre ai dipinti in onore del culto di San Rocco, i muri parlano di Giovanni Passannante, autore di un attentato fallito contro il re Umberto I di Savoia nel 1878, nativo di Savoia, luogo che, per l’appunto, ha cambiato nome in segno di risarcimento per la casa regnante dell’epoca.
Le opere, tutte di grandi dimensioni e realizzate con materiali e tecniche adatte per preservarne il contenuto nel tempo, rappresentano oggi un esempio di arte che si contraddistingue per la sua unicità, rivalutando risorse semplici e primarie per permettere a questi luoghi di sopravvivere allo spettro della dimenticanza, costruendo un contesto migliore e lanciando un monito rivolto soprattutto alle nuove generazioni. Tutto questo in poco più di trent’anni ha contribuito alla nascita di quella che oggi viene definita la Valle più dipinta d’Italia.