Baal Culo: la leggenda dietro il “writer fantasma” di Milano

Esistono tante leggende metropolitane che vivono tra le vie della capitale meneghina, Milano. Una di queste, forse tra le più underground, è quella di un’entità atipica, assurda, bohémien ma in qualche modo concreta. Si chiama Baal Culo e di lui si sa veramente poco.

La storia inizia nei primi anni duemila quando in giro per i muri della capitale lombarda iniziano ad apparire delle scritte che recitano pressapoco “Baal Culo”, “Lucifero Culo”. Scritte che di per sé non lasciano intendere molto, specialmente ai meno avvezzi al mondo dell’esoterismo che difficilmente si raccapezzeranno sul significato di quelle parole. In pochi anni però si è creata una vera e propria comunità di proseliti di “Baal Culo” che mossi dalla forte curiosità di scoprire chi si nasconda dietro quelle scritte, ha deciso di organizzarsi su una pagina Facebook e di iniziare a condividere quante più informazioni possibili per delineare il profilo di quest’uomo.

Come già detto di quest’uomo si sa poco e si suppone sia “un pazzo”, sebbene l’evoluzione del suo stile ed il modo di trattare le sue tematiche dimostrano come questo abbia una certa cultura e spazi per i più disparati argomenti. Infatti, il riferimento a Baal mostra come il “writer” abbia una conoscenza della cultura biblica dato che proprio Baal è una delle principali divinità della mitologia fenicia e viene citato anche nell’Antico Testamento. Ma non solo cultura: Baal Culo parla anche di politica, di costume e di calcio, argomenti che lo rendono veramente unico nel suo genere. Sono molti i fan che cercano di imitarne lo stile, ma dopo un’attenta analisi, anche grazie alla pagina Facebook, sono stati chiaramente stabiliti i parametri per definire quali sono veri e quali sono i gesti artistici “copiati”.

Abbiamo cercato di avvicinarlo dopo averlo beccato alla stazione Garibaldi, intento a scrivere uno dei suoi messaggi al mondo, lo abbiamo studiato attentamente ed abbiamo deciso di lasciarlo in pace, consapevoli che il suo mito non può essere scalfito da qualche semplice domanda, constatando come quell’uomo meriti di continuare la sua arte rimanendo semplicemente “Baal Culo” e nulla di più.

Andrea Calabrò