L’11 luglio è stato lanciato un progetto pilota davvero interessante, che permette alle donne che dispongono di un reddito basso di disporre gratuitamente di assorbenti.
Il primo passo verso un tema così importante e scottante come la lotta alla “povertà mestruale” è stato fatto ad Aberdeen in Scozia, si stima infatti che di questo progetto ne beneficeranno almeno mille donne che avranno gratuitamente assorbenti igenici, tamponi e anche coppette mestruali. I prodotti saranno distribuiti dalle scuole, per sensibilizzare ed aiutare le giovani donne ma anche alcune associazioni ed organizzazioni della città.
Questo sarà un periodo di prova della durata di sei mesi, i risultati saranno poi analizzati dal governo scozzese per decidere se espanderlo con una normativa statale. In Scozia si conta che una donna nel corso della sua vita spenda in media circa cinque mila sterline per prodotti sanitari, una somma ingente che rischia di creare disagio a chi possiede un basso reddito.
Inoltre dal 60% al 90% delle donne soffre di pesanti disturbi dovuti alle mestruazioni e questo causa tassi di assenteismo sia lavorativo che scolastico. In generale si tratta di dolori nel basso ventre che in alcuni casi minori si possono facilmente combattere con farmaci non steroidei antinfiammatori. Per altre donne invece i crampi possono raggiungere un livello tale da inabilitare anche le azioni quotidiane più semplici.
Sensibilizzare al tema è importante anche in Italia.
Potrebbe arrivare infatti il congedo mestruale, che si tratta di assentarsi dal lavoro senza sfruttare i permessi per malattia o le ferie grazie ad una proposta di al vaglio della commissione Lavoro della Camera dei deputati.
Per quanto riguarda i prodotti assorbenti ad oggi vengono considerati ancora come un bene accessorio e non primario e quindi la sua tassazione è ancora al 22% ma questo non vuol dire che non esistano anche nel nostro Paese delle proposte di legge in merito; per esempio nel gennaio 2016 è stata depositata la “tampon tax” che chiedeva di abbassare l’aliquota iva dei prodotti di prima necessità al 4%.
Il viaggio è ancora lungo e le lotte da affrontare sono tante, la nostra speranza è che in un futuro prossimo si arrivi ad un progetto del genere anche in Italia.