Ai mondiali del tiramisù vince un cocktail: il dolce al mojito è pura magia

Siamo tutti innamorati del gusto cremoso del mascarpone, morbido dei biscotti e deciso del caffè: il tiramisù come mamma l’ha fatto non si batte. Eppure, dal 2017, è stata istituita una nuova competizione che vede gareggiare tutto il mondo per accaparrarsi l’ambito titolo di “Tiramisù migliore al mondo“. Quest’anno la vincitrice, perché di donna si tratta, ha portato la sua invenzione: un tiramisù al Mojito.

In questa gara, però, i veri vincitori proclamati a fine selezione sono sempre due. Se uno si aggiudica il titolo di migliore tiramisù classico, il secondo esulta per la migliore ricetta originale. L’obiettivo di quest’ultimo, infatti è quello di riuscire a reinterpretare nel migliore dei modi questo dolce antico come la storia italiana, vestendolo grazie nuovi ingredienti. Nel 2018 il primato per miglior tiramisù reinventato è stato aggiudicato al connubio di zenzero e cannella. In un’annata in cui questa radice dell’est così speziata l’ha fatta da padrone in moltissime nuove ricette, è stato davvero furbo riproporla in una veste tutta italiana.

Un mojito av-vincente

Quest’anno, però, la migliore ricetta è di Sara Arrigoni, una giovane ragazza di 27 anni che nella vita fa tutto tranne che la pasticciera. «Ancora non ci credo», commenta lei, che viene da Bergamo e che divide la sua vita tra una laurea in Scienze della formazione, le lezioni in una terza elementare e l’amore amatoriale per la cucina.

«Ricordo quando avevo tre anni, aiutavo mia zia mescolando il risotto in piedi su uno sgabello perché non arrivavo ai fornelli, a sei anni mi cimentavo in Saint Honoré improponibili», racconta di lei, come se uscisse da una fiaba firmata Disney dal lieto fine. «Il tiramisù è il mio cavallo di battaglia, per caso ho scoperto la competizione e mi sono iscritta per due edizioni alla categoria della ricetta tradizionale, arrivando alle semifinali. Ho inventato versioni diverse; con zucca e amaretti, poi con il parmigiano, ma i miei parenti hanno approvato l’ultima al mojito, così ho deciso di presentarla». E nessuno di noi ha nulla da ridire a riguardo, vista l’immagine di un tiramisù al mojito che ci riecheggia nella mente.

Per lei questo dolce risulta perfetto: «si sentono tutti i sapori, ma in momenti distinti dell’assaggio». E forse è stata proprio questa la carta vincente che l’ha portata sul podio. Dopo aver gareggiato contro più di 600 avversari, tutti assolutamente pasticcieri amatoriali, non può non essere un vanto il traguardo raggiunto con il suo tiramisù al mojito.

Se una donna abbiamo trovato come vincitrice per la ricetta originale, nessuno nega la possibilità che sia una persona dell’altro sesso a vincere il premio per la classicità. E’ infatti Fabio Peyla, comasco dalla nascita e vincitore per la categoria della ricetta tradizionale. Entrambi voleranno fino in Brasile il 19 novembre per essere ospitati dell’ambasciata italiana a Curitiba per partecipare alla settimana dedicata alla cucina italiana nel mondo.

Ma il tiramisù perfetto come lo si raggiunge?

Secondo i diversi vincitori del migliore tiramisù (classico e non), che si sono susseguiti in questi anni, la risposta è semplice:

  • fantasia
  • tecnica esecutiva
  • precisione delle dosi e degli ingredienti
  • presentazione accattivante
  • lasciarsi guidare dal proprio palato
  • metterci tanto cuore

A questo punto non ci resta che aspettare di poterlo assaggiare o, perché no, provare a riproporlo nelle nostre cucine: il successo, poco ma sicuro, sarà assicurato!

Alessia Cavallaro