Fonte: www.huffingtonpost.it

A Parigi, pecore invandono gli Champs-Elysées per celebrare la transumanza

Parigi, città dell’Amore. Con la sua Tour Eiffel, il suo Arco di Trionfo, il quartiere latino, Notre Dame, Montmartre, Museo del Louvre, Centre Pompidou. Parigi è così: assolutamente splendida e praticamente disarmante.  Città ricca di cultura, arte, stile e romanticismo, la capitale francese è da sempre una delle mete più ambite dal turismo mondiale. Ma Parigi non è solo questo: è economia, è finanza, è sviluppo e innovazione. Ne sono una testimonianza la miriade di fiere e saloni internazionali che ogni anno si svolgono a Parigi, esposizioni che riguardano ogni settore dell’economia. Anche l’agricoltura. Si  appena conlusa, infatti, il Salone Internazionale dell’Agricoltura di Parigi che, dal 26 febbraio al 6 marzo, ha trasformato Porte de Versailles nella “più grande fattoria di Francia”. Presenti per l’Italia anche i pastori abruzzesi che, per la chiusura dell’evento, hanno organizzato un originale tributo alla transumanza.  E così 2.022 pecore hanno invaso i Champs-Elysées di Parigi. 

LA TRANSUMANZA SBARCA A PARIGI

Le immagini delle greggi di pecore per le vie del centro di Parigi hanno fatto il giro del web. Anche Chiara Ferragni, a Parigi per la settimana della moda, non ha resistito e a immortalato nelle proprie stories la parata delle pecore. Insieme agli ovni, cani di razza patou, border collie, oltre a 20 squadre di bovini e cavalli. Non una protesta, dunque, ma un tributo ad una pratica come quella della transumanza patrimonio della cultura immateriale UNESCO dal 2019. Tra i promotori sul territorio italiano anche l’associazione “Tracturo 3000” coordinata dal veterinario aquilano Pierluigi Imperiale.

Fonte: www.tgcom24.mediaset.it

UNA PARATA PER CELEBRARE LA BIODIVERSITA’

Come è stato per Madrid, dove la transumanza si rinnova ogni anno per le sue strade, quella di Parigi si spera sia la prima di una lunga serie. L’iniziativa è volta a dare valore e far conoscere l’importanza della transumanza come fattore di conservazione della biodiversità di razze autoctone certamente meno produttive dal punto di vista quantità ma molto importanti dal punto di vista qualità e di tutela ambientale.

Catiuscia Polzella