Alla scoperta dei Nomadi dell’Asia, mostra fotografica al Museo d’arte Orientale di Torino

Essere nomadi e vivere ogni giorno in un posto differente, senza un luogo in cui tornare ma solo il prossimo da visitare e vivere. Vi presentiamo un viaggio lungo migliaia di chilometri nei Paesi dell’Asia Centrale e Settentrionale, una mostra fotografica che presenterà al pubblico quasi 100 scatti di Carla Parato Milone e Giorgio Milone dedicati alla vita quotidiana delle popolazioni che ancora praticano il nomadismo. Immagini vivide accompagnate da un corredo di alcuni pezzi da collezione tra antichi tappeti, guide e selle tibetane prestati dalla Galleria Battilossi di Torino, che aiuteranno ad oggettivare le immagini in modo coinvolgente e ponendole in un contesto più preciso.

I due fotografi sono una coppia di viaggiatori e fotografi di Torino che hanno da sempre affiancato alle rispettive professioni la passione per la conoscenza e la scoperta del mondo. Innumerevoli viaggi hanno pausato la loro vita, fornendo una sorgente continua di rigenerazione e crescita. Insieme hanno scoperto non solo luoghi insoliti oltre le tracce più battute dal turismo, ma anche vissuto momenti eccezionali di condivisione con la gente incontrata, partecipando in ogni parte del mondo a eventi, feste, celebrazioni, momenti di spiritualità, assistendo allo svolgersi della vita quotidiana, al lavoro nei campi o nei più diversi laboratori artigianali, allo studio, al gioco…

Il percorso espositivo presenta nella prima parte gli scatti dedicati ai nomadi delle regioni dei Monti Zagros in Iran e si sviluppa seguendo le rotte dell’Asia centrale, in Kirghizistan, in India, nelle regioni himalayane, lungo le praterie mongole, sino ad arrivare alla Cina e alla Siberia. Oltre ai grandi spostamenti che coinvolgono intere comunità decise a dominare spazi ostili, le immagini raccontano storie di famiglie e di tribù, di sforzi collettivi e singole esperienze, feste, momenti di lavoro e di riposo, donne che tessono e cucinano, pascolano le mandrie e cullano i bambini, uomini che cacciano con l’aquila, che si scambiano segni di amicizia, o si occupano con tutta la famiglia degli animali e dei lavori più pesanti.

Accanto alle grandi storie ci sono le piccole storie, c’è il tempo per ornare la propria dimora, per decorarla con ricami e ghirlande, per vestire abiti sontuosi, indossare gioielli, curare il proprio aspetto, giocare, scherzare con i più piccoli, creare meraviglie in lana e pelli.

Verremo trasportati in un lungo viaggio dalle fotografie, tanto descrittive quanto evocative, scatti che raccontano un’organizzazione sociale ed economica creata dall’uomo fin dai tempi più antichi allo scopo di sopravvivere e crescere in condizioni ambientali difficili o addirittura estreme. Una forma di vita, però, che sta lentamente scomparendo in quasi tutte le regioni del pianeta per ragioni culturali, politiche e climatiche, a favore della sedentarizzazione e dell’inurbamento.

I nomadi dell’Asia si spostano a piedi e a cavallo, a dorso di dromedario e in slitta, talvolta in barca, portando con sé tende, yurte e tutto ciò che serve a ricomporre la vita per la famiglia e la comunità. Da tempo immemorabile perpetuano le tradizioni dell’allevamento: giorno dopo giorno, il tempo ruota intorno ai loro animali che stabiliscono il ritmo di vita e lo scandire delle stagioni.

Si fermano sull’erba, sulla neve, ai piedi delle montagne, sulle rive di laghi e di mari, seguendo tracciati non indicati su una mappa o da alcuna bussola o sestante, tramandati nei secoli solo dalle parole.

Grandi migrazioni di animali e di uomini, orizzonti infiniti, nell’abbacinante luce della taiga del Grande Nord o nei deserti e tra gli altopiani infiammati dell’Iran o dell’Asia Centrale. Il nomadismo è l’opposto della solitudine: non c’è alcuna forma di ospitalità più calorosa di quella ricevuta da una famiglia nenet o kirghiza, nulla di più festoso e scatenato del ritrovarsi dei popoli delle tende in occasione di feste, cerimonie religiose, corse di cavalli, gare di lotta o di tiro con l’arco. Questo viaggio per immagini incontra il nostro desiderio di purezza, di semplicità, di assoluto: concentrandoci, ascolteremo i richiami agli animali, le risate squillanti dei bambini, i sussurri delle donne, il soffio del vento, percepiremo gli odori forti e pungenti come quelli più delicati e domestici.

Claudia Ruiz