Gli adolescenti sono imbarazzanti.
E’ passato circa un decennio da quando, piccola e paffuta bambina, mi rinchiusi nella mia crisalide di insicurezze, acne giovanile e musica incazzatissima per poi uscirne con le sembianze della splendida ed equilibrata giovane donna che sono oggi.
Eppure, nonostante l’impeccabilità del risultato finale, la metamorfosi è stata tutt’altro che indolore, per me così come per tutti i miei coetanei. Sì perché oggi ci divertiamo a riversare muchi e saliva sui giovani d’oggi (come faceva Manuel Agnelli coi giovani di allora, che eravamo noi), mentre ci erigiamo con cupidigia e hybris su quei piedistalli che a fatica ci siamo costruiti nel corso degli anni e dai quali, data l’altitudine, non riusciamo più a vedere il tortuoso percorso che ci ha portati ad essere quelli che siamo oggi, le nostre crisalidi vuote e dimenticate.
Certo, c’è la nostalgia degli anni 90 che sui social è molto trendy e che porta noi a condividere compulsivamente foto di crystal ball, sigle dei cartoni animati e le principesse Disney se fossero realistiche/sexy/uomini/manga/animali/betoniere e chi più ne ha più ne metta (colgo l’occasione per dire che avete sinceramente rotto le palle. Abbiamo capito che vi piace disegnare e photoshoppare ‘ste cavole di principesse in tutte le salse, ma mobbasta.); e le case di produzione cinematografica a sfornare remake cupi dei film le cui videocassette abbiamo divorato durante la nostra infanzia (e anche qui lancio un appello: basta. Non avete più idee? Non esistono più storie da raccontare? Veramente, che noia).
Ma se da un lato viviamo la 90’s fever con partecipazione e groppi in gola, dall’altro ci dimentichiamo quello che c’è stato tra l’età dell’oro e oggi. Il decennio degli anni 00, quell’enorme buco nero d’imbarazzo che preferiamo occultare. Quando, prima di shippare Sherlock e Watson, shippavamo con tutti noi stessi Rita Dalla Chiesa e Fabrizio Frizzi, Elisabetta Ferracini e Mauro Serio di Solletico.
L’adolescenza, si sa, è un periodo difficile. Si diventa brutti, sgraziati, un’orrida via di mezzo tra i bimbi che siamo stati e gli adulti che saremo. Diventiamo pelosi, insicuri, puzzolenti, brufolosi, inquieti. Ci dibattiamo come merluzzi appena pescati nel mare delle mode e dei trend nel disperato tentativo di sembrare fichissimi e con risultati decisamente opinabili.
Ed è stata proprio la frenetica ricerca di un’identità a influenzare noi giovinetti in quei burrascosi anni. Ricordo le guerre tra fazioni (truzzi da un lato, alternativi dall’altro), i profili myspace con le gif glitterate e tante altre amenità che riesumerò qui per voi, cari lettori di SocialUp, in una delle mie simpatiche liste:
- Emo
- Vans a scacchi
- Converse pasticciate sulla punta
- Ciuffi piastratissimi che inibivano la vista periferica
- Lip piercing
- Eye liner stratificato attorno ai bulbi oculari
- Accessori fluo
- Teschietti
- Avril Lavigne
- Twilight
- 3 metri sopra il cielo
- Finley
- Tokio Hotel
- La diatriba sul genere sessuale del frontman dei suddetti Tokio Hotel
- Le lamette
- Badoo
- Netlog
- Gli sms in diretta su Mtv
- Trl
- I tatuaggi brutti fatti in casa (honorable mention: il geco)
- Le foto nel cesso con gli occhiali da sole
- Le scritte malavitose sulle foto di myspace
- I blog di msn
- I nickname di msn
- Le emoticon di msn
- I truzzi
- High School Musical
- Le cinture con le borchie
- Gli Evanescence
- Gli Hoobastank con quell’unica canzone che li portò al successo e poi l’oblio
- L’appuntamento fisso con Top of The Pops e la sua classifica che per mesi rimase sempre uguale, con Dragonstea Din Tei che trionfava puntualmente a ogni puntata
- Le gomme da masticare con dentro gli adesivi dei concorrenti del Grande Fratello
- Diddl, il topo coi piedi giganti
- Scarpe/accessori/vestiti della Onyx
- Le orrende e ipercostose scarpe Nike con le molle sotto
- Sean Paul in ogni. Cavola. Di. Canzone.
- All Music, che era la versione pacca di MTv
- MTv, che pian piano diventa la versione pacca di se stessa
- L’aver continuato a guardare i Teletubbies e la Melevisione anche dopo aver superato l’età in cui era socialmente accettabile farlo.
Inoltre, mi sento moralmente obbligata a segnalarvi questa meravigliosa playlist su Spotify con tutto il meglio dell’imbarazzo di quegli anni. Sentitevi liberi di aggiungere pezzi che secondo voi sono degni di entrare a testa alta nella playlist della vergogna.
Quali sono i vostri scheletri nell’armadio made in ’00s? Fatecelo sapere con un commento!