“Siamo donne, oltre alle gambe c’è di più”, recita il famoso singolo di Sabrina Salerno e Jo Squillo degli anni ’90. Peccato che a distanza di così tanto tempo suoni ancora più attuale che mai e il motivo è abbastanza evidente. Basti pensare infatti a tutto il tempo che noi donne trascorriamo nel nascondere tutti i nostri difetti o imperfezioni. Se a questo aggiungiamo poi quello speso a cercare di sconfiggere il terribile mostro chiamato maschilismo e il costante bombardamento mediatico fatto di pubblicità e riviste al limite dell’impossibile, in cui persino i più rispettabili manichini piazzati nelle boutique faticherebbero a rientrare nei parametri prestabiliti, allora sì che diventa difficile accettarci per come siamo realmente. E quanto più la società impone rigidi canoni a cui dover rigorosamente rispondere, tanto più diventa complicato se non quasi impossibile fare i conti con qualche chilo di troppo, smagliature, cicatrici e dulcis in fundo le tanto bersagliate mestruazioni, considerate dall’opinione pubblica uno scomodo tabù da dover nascondere a tutti i costi, un po’ come la polvere sotto i tappeti.
A tal proposito è quindi intervenuta un’artista spagnola che attraverso il suo “artivismo”, ha trasformato la battaglia per i diritti delle donne in vere e proprie opere d’arte. Il suo nome è Cinta Tort Cartrò, meglio conosciuta come Zinteta, ha solo 21 anni e attraverso il profilo Instagram ha deciso di porre fine ai pregiudizi che colpiscono indisturbati l’universo femminile, utilizzando difetti e imperfezioni per esaltare nella maniera più naturale e spontanea la bellezza delle donne. Le sue raffigurazioni infatti mirano proprio ad incoraggiare l’amore verso il proprio corpo partendo da tutti quei punti considerati come i più deboli e difficili da gestire, per arrivare poi a scacciare via vergogna ed imbarazzo che ancora oggi molti temi innescano. Ecco allora che i seni femminili si coprono magicamente di fiori, le smagliature si tingono dei colori dell’arcobaleno e persino il ciclo mestruale non viene affatto dimenticato, ricoprendo slip, tamponi e assorbenti con glitter e vernici in modo tale da rendere più divertente e meno stressante l’arrivo delle mestruazioni. Non è affatto un caso che le sue opere siano spesso accompagnate dall’hashtag “Mancho y no me don asco”, letteralmente “le mie macchie non mi disgustano”, concentrando l’attenzione sulla rappresentazione dei famosi “quei giorni”.
«È iniziato tutto come una forma di espressione -ha spiegato la giovane artista originaria di Barcellona -. Ben presto però è diventato un modo per commentare sui social network la cultura maschilista predominante. E’ importante per le donne capire che ognuna di noi è differente e ogni corpo ha la sua forma e la sua personale essenza ed energia. – E continua dicendo – Tutti i corpi hanno, chi più chi meno, macchie, peli, lentiggini, smagliature, curve e linee dritte, cicatrici, rughe. È ora di iniziare ad amare il nostro corpo perché, alla fine dei conti, è il nostro strumento di comunicazione col mondo».
Per le immagini presenti nell’articolo si rimanda al profilo Instagram ufficiale dell’artista.