Viaggio tra le righe dei proverbi italiani

Ce li ripetevano le nostre nonne quando combinavamo qualche “marachella”, li abbiamo ascoltati per strada tra le bancarelle del mercato e i discorsi della gente e ci sarà capitato di chiederci da dove derivi il loro significato. I proverbi italiani sono moltissimi, alcuni sono familiari e famosi tanto quanto la pizza e gli spaghetti, altri sono rimasti all’ombra del tempo e vengono usati sporadicamente. Facendo un taglio sul telaio del tempo, troviamo le prime raccolte di proverbi in volgare nel XIII secolo con i “240 Proverbi” di Garzo, il notaio bisavolo di Petrarca. Proverbiali sono considerati anche alcuni passi della Divina Commedia, assieme a quelli della novellistica. Ma ci sarà una storia dietro ognuno di loro? Per la gioia dei curiosi e di quelli che amano ispezionare i retroscena della lingua italiana, la risposta è si. Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro alcuni detti che insaporiscono le nostre chiacchierate quotidiane:

A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA

L’origine di questo proverbio deriva dal fatto che l’età di un cavallo e il suo stato generale di salute si determina guardandogli i denti.  

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI CHE CENTO DA PECORA

Questa frase venne scritta,al fine di esaltare il valore dei soldati, su un muro dopo la battaglia del Piave, durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1928, si decise anche di scolpirla sul rovescio della moneta da 20 lire.

FARE TABULA RASA

Nella filosofia, la tabula rasa indica lo spirito, inizialmente vuoto, che è in noi e che necessita di essere riempito con le sensazioni, le esperienze e le informazioni che si accavallano nella vita. Nel linguaggio odierno, “fare tabula rasa” ha acquisito il significato di prendere tutto ciò che ci interessa senza lasciare nulla.

CADE IN SCILLA, CHI VUOLE EVITAR CARIDDI

Come ci racconta Omero nell’Odissea, secondo la leggenda, nello stretto di Messina esisteva un vortice (Cariddi) fatale per chiunque lo volesse attraversare. Le navi, con l’intento di schivarlo, finivano per essere distrutte dalla rupe di Scilla posta di fronte a Cariddi. Il detto sta ad indicare che si è di fronte ad un pericolo inevitabile.

CADERE FRA LE BRACCIA DI MORFEO

Morfeo, nella mitologia greca, è il dio dei sogni, figlio del Sonno e della Notte. Ecco il motivo per cui viene usate per riferirsi a qualcuno che si addormenta profondamente.

ALTEZZA MEZZA BELLEZZA

Alcuni storici fanno coincidere la nascita di questo detto con il fatto che nell’antica Grecia si venerassero gli dei, considerati magnanimi, per la loro altezza.

CANTA CHE TI PASSA

Questa frase fu trovata su una dolina (una valle carsica) sul Carso e si riferisce agli effetti benefici che aveva il canto per i soldati italiani durante la Prima Guerra Mondiale, soprattutto nei momenti di pericolo.

NON DIRE GATTO SE NON CE L’HAI NEL SACCO

Originariamente il detto era “Non dire quattro se non ce l’hai nel sacco” e nasce dalla vicenda di un monaco povero a cui un panettiere aveva promesso 4 pani. Il monaco, molto contento, iniziò ad esultare per la generosità del panettiere. Ma un cane, attirato dagli schiamazzi, gli rubò uno dei pani mentre li stava mettendo nel sacco.

IL GIOCO NON VALE LA CANDELA

Secoli fa, in mancanza della corrente elettrica, nelle taverne si usavano le candele. Quando si giocava d’azzardo, c’era l’usanza che chi vincesse avrebbe dovuto pagare almeno la candela usata per illuminare il momento dello scontro. Capitava, tuttavia, che la vincita fosse cosi bassa al punto da non bastare a pagare la candela stessa.

INCONTRARSI ALLE CALENDE GRECHE

Le calende greche stanno ad indicare un tempo che non arriverà mai. Il detto nasce con l’imperatore Augusto che era consapevole che le calende facevano parte solo dei calendari romani.

Certo è che i proverbi, con scorciatoie metaforiche e un retrogusto a volte amaro, sanno parlare con schiettezza. Assomigliano alle persone vere, i proverbi. Quelle che non si incrociano spesso, che non vivono di sole chiacchiere vuote, ma che con poche parole colpiscono il centro del bersaglio.

Alessandra Nepa