Una giornata al museo per 6 pinguini che non tolgono lo sguardo dai dipinti

I pinguini dello zoo di Kansas City hanno recentemente partecipato ad una gita molto particolare, al Nelson-Atkins Museum of Art.
Mentre noi dovevamo continuare a stare in casa per combattere l’emergenza sanitaria, possiamo notare come i pinguini si stiano divertendo al posto nostro. Hanno incontrano le balene nell’acquario, vagano per le strade di Cape Town, in Sudafrica, e ricevono persino la loro prima lezione di storia dell’arte.
I pinguini dello zoo di Kansas City hanno recentemente visitato il vicino Nelson-Atkins Museum of Art, girovagando per le sale mentre ammiravano i capolavori appartenenti all’era barocca e impressionista. Hanno così potuto guardare da vicino, e con molto interesse, dipinti di artisti del calibro di Caravaggio e Monet. E hanno fatto questo riuscendo anche a sorprendere il direttore del museo con i loro gusti artistici.
Il regista, Julián Zugazagoitia, ha sottolineato che inizialmente pensava che i pinguini potessero essere attratti dalle “Ninfee” di Monet, pensando che la calma di quel dipinto li attirasse particolarmente. E invece i pinguini hanno iniziato a girovagare liberamente e sembravano attratti da diversi quadri, senza fermarsi particolarmente su quello di Monet.
Infatti, possiamo dire che i pinguini sono soprattutto grandi ammiratori dello stile barocco, dato che hanno sostato per più tempo in quella area del museo e sembravano molto più attenti.
Un’ipotesi può essere quella per cui i pinguini abbiano riconosciuto le figure umane e quindi si siano sentiti più attratti da quei quadri, essendo loro amanti dell’interazione con gli umani.
L’idea di portare i pinguini al museo è nato come pesce d’aprile, quando Zugazagoitia, il regista del progetto, ha chiamato il direttore dello zoo di Kansas City, per chiedere informazioni sui suoi piani di riapertura durante la pandemia di coronavirus.
Tutta Kansas City, in particolare le arti e il non profit, è un gruppo molto affiatato e amichevole, infatti tutti stavano interagendo per coordinarsi su come riaprire.
Proprio nella telefonata di Zugazagoitia al direttore dello zoo, è nata la battuta “’Ehi, perché non porti alcuni dei tuoi pinguini al museo?”. L’idea sembrava folle, ma è stata subito accettata e quindi, da una semplice battuta, è nato qualcosa di estremamente reale.
I membri dello staff dello zoo e del museo hanno lavorato insieme per pianificare la visita e, preoccupati sia per gli animali sia per i dipinti, hanno scelto quali stanze potevano essere disponibili.
Durante la visita al museo i pinguini sono stati seguiti molto da vicino e tutti si sono poi detti stupiti di come i pinguini assomigliassero ai soliti ospiti del museo.
Hanno reagito in modo molto simile ai soliti visitatori, che girano per le stanze e sembrano vagare un po’ di qui e un po’ lì.
L’attenzione media di un essere umano, in un museo così grande, varia da 8 a 10 secondi per ogni opera d’arte e i pinguini hanno sembrato avere la stessa media di secondi come attenzione. Molto più di quanto ci si potesse aspettare.
Pensare che hanno pure avuto una guida che parlava loro durante il percorso.
Insomma, si è scoperto un animale curioso, che presta tanta attenzione e lo si è scoperto in uno dei modi più curiosi di sempre.
E, come hanno dimostrato i pinguini, si deve sempre imparare qualcosa di nuovo durante una giornata al museo.

Rebecca Broomfield