Tiziano Vecellio e la sublime arte del bello

L’Arte è un’esperienza, un percorso intimo e individuale. Ritrovarsi soli, dinanzi ad un’opera d’arte, permette alla mente di isolarsi e approdare verso mondi ed emozioni che sono indicibili. Ecco il Ratto di Europa di Tiziano Vecellio, osservate tutto l’insieme per poi dare spazio ad ogni singolo dettaglio.

Rapportarsi con l’arte non necessita di un’inclinazione particolare, non è richiesta una conoscenza tecnica, rapportarsi con l’arte significa conoscere un pezzo della propria anima.
Ciò che il mondo dovrà sempre riconoscere all’Italia è lo straordinario contributo che gli artisti italiani sanno dare ai viaggi dell’anima. Al di là della perfezione tecnica, gli artisti italiani sanno ispirare e sussurrare con le loro opere anche agli orecchi dei più aridi.

Tiziano Vecellio è tra gli immortali che hanno popolato il Cinquecento italiano e tra i sublimi artisti di tutti i tempi. Un artista poliedrico che ha rinnovato profondamente la pittura, riuscendo a dare una risposta al genio di Michelangelo, con l’uso del colore. I suoi lavori sono unici grazie agli effetti di luce che mettono in risalto l’armonia tra i toni caldi e quelli freddi.

L’influenza di Tiziano nell’arte

A influire sul destino artistico di Tiziano Vecellio, oltre al talento che manifestò precocemente, furono l’agiatezza della famiglia d’origine e il clima di potenza e di cultura che la Repubblica di Venezia viveva nel ‘500. All’epoca Venezia possedeva una solida tradizione artistica e tra questi, vi era Giorgione, che molti hanno ritenuto “maestro” di Tiziano. Oggi si tende ad escludere questa ipotesi e si ritiene che tra i due pittori vi fosse un rapporto alla pari, un confronto di idee. Un’opera realizzata insieme è “Concerto Campestre”, simbolo della massima espressione della pittura veneta.

Tre giovani seduti su un prato che suonano. Gli uomini vestiti con abiti dell’epoca, le donne, invece, quasi totalmente nude. Sullo sfondo un bosco che si perde in lontananza e un pastore. Le donne non sono reali, sono una manifestazione della fantasia dei due suonatori. La donna che versa l’acqua rappresenterebbe la musa della poesia tragica, la suonatrice quella della poesia pastorale. Un’allegoria della poesia e della musica o un’armonia dei quattro elementi naturali, come qualcun altro ha supposto.
Questo dipinto ricorda tanto Colazione sull’erba di Manet. Non è un caso, infatti, pare che l’artista francese, dopo aver ammirato Concerto Campestre al Louvre, ne rimase folgorato ed ispirato.

Un’altra opera che ha creato ammirazione nel corso dei secoli è la rappresentazione della Venere. Tiziano, dopo aver completato l’opera incompiuta di Giorgione, la “Venere dormiente”, realizzò la sua versione, la “Venere di Urbino”. I richiami sono evidenti, ma la dea realizzata da Tiziano ha avuto immensa fortuna. La donna è completamente nuda e non dorme come in Giorgione, anzi, sembra richiamare con lo sguardo lo spettatore, invitandolo a sdraiarsi con lei. Non più pudica e innocente, non una Venere colta in un momento di assopimento, ma una dea consapevole e voluttuosa.

Mark Twain, celebre scrittore statunitense, definì la Venere di Tiziano la più oscena e indecente del mondo. Manet, invece, non ha dovuto pensarla allo stesso modo, perché ancora una volta, decise di omaggiare il Maestro con “Olympia”.

Amor sacro e Amor profano

Se la Venere di Urbino è considerata l’opera più bella e famosa di Tiziano Vecellio, bisogna soffermarsi per qualche istante su “Amor sacro e Amor profano”. Su quest’opera ci sono diverse interpretazioni e ancora oggi non c’è una totale sintonia tra i critici d’arte. Per molto tempo si è pensato che Tiziano avesse rappresentato il Sogno di Polifilo, un racconto molto famoso nel ‘500.  Altri hanno letto nell’opera dei richiami alla filosofia neoplatonica, molto diffusa nella Venezia del tempo. La donna nuda sarebbe il simbolo della bellezza universale, mentre quella vestita il simbolo dei vizi terreni, con al centro il mediatore tra i due mondi, il piccolo Cupido.


Oggi però, si pensa che il dipinto si riferisca al tema del matrimonio e faccia riferimento alla differenza tra l’intimità della casa e la castità dei rapporti nel pubblico.

In un sfondo bucolico una fontana, dove un tenero Cupido mescola le acque. Ai lati due donne, simili, come a indicare la duplice natura di ogni individuo, ragione e sentimento, amore sacro e amore profano. Altro elemento doppio sono il tramonto a destra e l’alba a sinistra che colorano le due cittadelle sullo sfondo.

La carica emotiva ed evocativa delle opere di Tiziano sono emblema di rara bellezza, da cui tanti altri hanno trovato ispirazione e sostegno. Immergersi tra le pennellate del maestro permette di ricercare una propria identità nel confronto con la più alta riproduzione della realtà.

Benito Dell'Aquila