Il calcio è cambiato, siamo entrati nella fase 2.0 di questo sport. E tornare indietro sarà difficilissimo, se non impossibile. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile i più influenti personaggi del calcio, con a capo il presidente del Real Madrid Florentino Perez hanno annunciato la nascita della Superlega. L’annuncio ha fatto infuriare la UEFA, e ora stiamo assistendo a una vera e propria guerra, un terremoto fortissimo per tutto il mondo del calcio e che ha diviso anche i milioni di appassionati.
Ma vediamo in che cosa consiste questa nuova competizione. Dopo la Conference League, La Superlega è il secondo torneo nato in pochi mesi. Questo, tuttavia, non è controllato dalla UEFA, l’organo che si occupa della gestione di Champions, Europa e appunto Conference League.
È una competizione nata dalla volontà di alcune tra le squadre più iconiche della storia del calcio, che hanno deciso di creare questo scollegato dagli organi tradizionali. Al torneo parteciperanno venti squadre e per chi perderà le partite non vi sarà retrocessione. È una formula, questa, molto simile a quella prevista per la nuova Champions League a partire dalla stagione 2024 /2025, in cui saranno aboliti i gironi e ogni squadra affronterà dieci avversarie diverse.
Ma quali sono le squadre che parteciperanno alla Superlega? Le prime dodici che vi faranno parte sono le dodici organizzatrici, quindi Milan, Inter, Juventus, Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid, Manchester United, Tottenham, Arsenal e Chelsea. Tre squadre, poi, dovranno ancora essere annunciate, mentre le ultime cinque rimanenti si qualificheranno in base al piazzamento in campionato.
Insomma, cinque squadre diverse ogni anno e quindici fisse, anche se – ipoteticamente – queste ultime dovessero concludere una stagione a metà classifica.
Le partite di Superlega si giocheranno a metà settimana, proprio come la Champions, e lo spettacolo in campo sarà garantito. D’altro canto, però, le grandi d’Europa non parteciperanno più alla Champions League, il torneo delle stelle, che rischia di non esserlo più.
L’indotto economico per le squadre “fondatrici” della Superlega è esorbitante. Già solo per aver accettato l’invito, infatti, si parla di un ingresso di circa 350 milioni di dollari a squadra.
Le partite delle competizioni nazionali delle squadre impegnate in Superlega si disputeranno normalmente, UEFA permettendo. Quest’ultima, infatti, attraverso un comunicato ha già minacciato pesantissime sanzioni, tra cui proprio l’esclusione dai campionati nazionali per le squadre partecipanti. Inoltre, ai giocatori di queste, sarà proibito di partecipare agli impegni nazionali. In parole povere, c’è il rischio di vedere una Serie A senza Milan, Inter e Juve e una Liga senza Real, Barcellona e Atletico. Sarebbe clamoroso.
Il calcio oggi è un business, e come tale va trattato. Non staremo qui a discutere se la Superlega possa considerarsi come la “morte del calcio” o meno, ma una cosa è certa: stiamo per entrare nella nuova era del calcio. Che ci piaccia o no.