La tragedia del 1° ottobre di Las Vegas, con i suoi 59 morti e 500 feriti, ha riaperto il dibattito su uno dei temi più controversi degli Stati Uniti: la proliferazione delle armi da fuoco. Circa 7,6 milioni di statunitensi possiedono 17 armi a testa; 120.000 vittime per armi da fuoco di cui oltre 36.000 morti solo nel 2015 (e i 2/3 sono suicidi).
A rivelare questi dati drammatici è l’Archivio Disarmo, che già prima della carneficina di Stephen Paddock stava preparando un dossier di 50 pagine, a cura di Nicolò Scarpat, su circolazione, esportazione, detenzione di armi in Usa. I morti per armi civili d’America sono 10 volte superiori alla media degli altri Paesi OCSE, gli omicidi 25 volte superiori, i suicidi 8 volte più alti. Sono questi i numeri che hanno reso gli Stati Uniti il Paese in pace più armato del mondo.
Negli anni della presidenza di Obama, l’America ha visto una crescita di produzione, importazione e vendita di armi da fuoco, con un picco nel 2013 (oltre 10 milioni di armi fabbricate e 5 milioni importate) e i soldi spesi in armi e munizioni sono stati 46 miliardi di dollari (più che durante le presidenze di Clinton e Bush sommate). Un dato sorprendete dovuto, secondo il Rapporto, alla posizione favorevole di Obama verso le leggi restrittive sul possesso di armi da fuoco, limitazioni non accettate dal Congresso e che hanno paradossalmente comportato un forte aumento degli acquisti da parte degli statunitensi. Nello stesso periodo, inoltre, gli USA hanno assistito ad un aumento dei casi di sparatorie di massa: quella al cinema di Aurora e alla scuola elementare di Newtown nel 2012, a San Bernardino nel 2015 e a Orlando nel 2016 ne sono alcuni esempi.
Con l’elezione di Donald Trump, invece, si è verificato esattamente il contrario, con l’interruzione dell’aumento delle vendite del settore. Non si tratta della sensazione di cessato pericolo alla sicurezza personale. Gli Americani sono tutti più sicuri perchè armati fino ai denti. Purtroppo non esiste un sistema nazionale di registrazione preciso, ma si stima che le armi civili siano almeno 270 milioni, ovvero più di una per ogni abitante adulto. Gli adulti che hanno un’arma in casa (di proprietà loro o di un altro membro della famiglia) sono tra il 30% e il 40% della popolazione maggiorenne e coloro che possiedono un’arma sono tra il 20% e il 30%. Anche tra i proprietari la distribuzione delle armi è disomogenea: metà delle armi civili americane sono possedute da appena il 3% della popolazione adulta, ovvero 7,6 milioni di persone, con una media di 17 armi a testa.
Così come il possesso delle armi è circoscritto ad una minoranza, lo stesso discorso avviene con i casi omicidio e suicidio. Secondo i dati, gli omicidi con armi da fuoco colpiscono sproporzionatamente i giovani afroamericani, per condizioni di svantaggio strutturale (più alti tassi di povertà, disoccupazione e famiglie monogenitoriali) e per la concentrazione di tali condizioni in alcune aree metropolitane segregate. I suicidi con arma da fuoco, per contro, colpiscono sproporzionatamente la popolazione bianca di età avanzata (dai 40 anni in su).
Come si evince dal Rapporto, le ragioni per cui si usano le armi non sono mai legati alla legittima difesa, nonostante è il motivo più spesso addotto per il possesso di armi è la difesa personale. Le armi, infatti, vengono usate per difendersi solo nell’1% dei casi dalle vittime di crimini violenti, mentre gli omicidi in legittima difesa costituiscono solo il 2,7% del totale degli omicidi con armi da fuoco. I dati variano poi a seconda dello Stato: gli stati del Sud hanno tassi di omicidio con arma da fuoco superiori alla media statunitense; mentre gli stati dell’Ovest hanno un più alto tasso di suicidio con arma da fuoco.
L’immagine degli Stati Uniti che viene fuori dal rapporto dell’Archivio Disarmo è quella di un Paese dalla violenza letale anche se non ha tassi troppo alti di crimini violenti come aggressioni e rapine, reati che terminano sempre con la morte della vittima, a causa del frequente uso di armi da fuoco. Il problema principale legato al possesso di armi in America è legato alla mancanza di una legislazione adeguata, sia a livello statale che federale. La situazione si complica ancora di più se si parla di terrorismo. Con la sola eccezione del New Jersey, in nessuno Stato è proibito acquistare armi da fuoco ai sospettati di terrorismo. Tra il 2004 e il 2015, il 91% delle persone presenti nella lista di sospettati di terrorismo (e quindi non comprovatamente pericolosi) dell’FBI che hanno cercato di acquistare armi da fuoco, hanno potuto superare i controlli e acquistarle, legalmente (2.265 persone in totale).
Insomma, nonostante le stragi di massa e gli eccessivi casi di omicidi e suicidi, gli americani continuano ad essere confusi ed indecisi sulla questione armi, continuandosi a nascondersi dietro la necessità della legittima difesa. Ma portando un arma in casa, non mettono a repentaglio loro stessi l’incolumità della propria famiglia?