Sopracciglia tatuate: ecco il vademecum per non sbagliare

Definite, riempite, incurvate, sfoltite o assottigliate: tanti sono i trend che si sono susseguiti negli ultimi anni per le sopracciglia. Non si tratta di semplici archi che proteggono e delimitano lo sguardo, ormai sono considerate delle vere e proprie ‘armi’ di seduzione, dotate del potere di accentuare l’espressività degli occhi.

Le tendenze 2023 non si smentiscono e accolgono ogni tipo di sperimentazione: dalla più estrema e artefatta, come eliminarle completamente o coprirle con una striscia di glitter, alla più naturale, lasciarle, cioè, come Madre Natura le ha fatte, senza alcun intervento. Ma il vero e proprio trend, che resiste più di tutti negli ultimi anni, è quello del trucco permanente (in inglese permanent make-up, PMU). 

Il trucco permanente vanta oggi oltre due milioni di adepti, ma a volte l’arcata disegnata e infoltita non sempre riesce come richiesta. Macchie, disegni irregolari, solchi alterati, colore che vira cioè cambia con il tempo, effetto ‘pennellata’, sguardi e visi rovinati.

“Il viso è la parte più in vista di ognuno di noi, può farci sentire sicuri, ma può anche metterci continuamente a disagio se vediamo un difetto. Per evitare spiacevoli inconvenienti è bene seguire pochi ma importanti consigli”, spiega Arba Kamberi, master internazionale, tiene corsi e masterclass sul trucco permanente e Ceo della Abbipmu. “Prima di tutto è preferibile scegliere tecniche con dermografo rispetto a quelle manuali come il microblading.

I motivi principali sono tre: il microblading è una tecnica nata in Asia dove le persone hanno una pelle più spessa e non grassa. La pelle europea, invece, è più sottile e nell’80% dei casi grassa oppure mista grassa con pori grandi e spesso dilatati. In queste situazioni il microblading è sconsigliato in quanto dopo poco tempo dal trattamento il tratto da definito comincia a deformarsi, allargandosi fino a perdere completamente la sua forma (come per esempio accade a una riga di pennarello su foglio di carta e su carta da cucina dove il colore si allarga).

Inoltre – continua l’esperta – dà un risultato che può sembrare naturale all’inizio ma avvicinandosi a circa un metro (distanza media sociale) si vedrà un risultato di peli tutti uguali in spessore, dando un’impressione piatta, senza la tridimensionalità naturale del pelo. Ultimo, ma non meno importante, è il fatto che si tratta di una tecnica che traumatizza: dopo aver eseguito diversi ritocchi si vengono a creare sulla pelle delle microcicatrici (microblading in inglese significa, appunto, microtagli) e se tagli lo stesso punto più volte si creano delle cicatrici. Ecco perché se si vuole un risultato naturale e non traumatico per la pelle – sottolinea la professionista di trucco permanente – è consigliabile la tecnica con dermografo chiamata pelo iper-realistico”.

Ma in cosa consiste questa innovativa tecnica? 

“L’insieme dei peli che si vengono a creare – prosegue la Kamberi – va a replicare il verso di quelli naturali apparendo variegato nelle varie regioni del sopracciglio. Questo perché un sopracciglio iperrealistico ben eseguito deve avere la varietà necessaria per riprodurre l’aspetto di quello naturale. Il risultato finale è un pelo tridimensionale – assicura – completo di un suo volume, percepito in rilievo. Oltre al risultato questa tecnica è anche la più consigliata in quanto adatta a tutti i tipi di pelle e, soprattutto, non va a traumatizzare la pelle motivo per cui può essere rinfrescata all’infinito. Inoltre – chiarisce l’esperta – questa tecnica può essere impiegata anche per la costruzione dell’arco sopraccigliare degli uomini con risultati davvero realistici”.

Il primo consiglio da seguire è, dunque, quello di rivolgersi sempre a un professionista, un dermopigmentista professionale piuttosto che a un tatuatore. E’, inoltre, importante accertarsi che il dermopigmentista sia abilitato in regione con questa qualifica e non sia un semplice estetista, che abbia fatto un percorso di studi specifico e che abbia seguito il corso di igiene e sicurezza regionale. 

Assolutamente da evitare trattamenti di questo tipo in ambiente domestico: il costo in meno che andrete a pagare sarà tolto dalla sicurezza sanitaria, dall’igiene, dall’assicurazione professionale in caso di problemi, insomma dalla vostra salute. Accertarsi, poi, che l’ambiente di lavoro sia igienicamente sicuro, possibilmente dedicato a questa procedura e non utilizzato anche per altri servizi (cerette, tintura capelli, massaggi ecc). Assicurarsi che vengano utilizzati prodotti monouso o sterili e soprattutto pigmenti di nuova generazione che rispettino le normative più recenti in vigore dal 01/01/2023 .

I pigmenti di nuova generazione REACH 2023 sono, infatti, più puri e privi di sostanze ritenute cancerogene. Inoltre, assicurano un risultato stabile, senza colori che virano verso tonalità indesiderate (blu, grigio, verde o rosso). Diffidare da trattamenti con costi molto bassi: mediamente in Italia un trattamento di PMU costa dai 400 euro in su, se chi lo esegue è un master internazionale può superare anche gli 800/900 euro. 

“Sempre più spesso – ammonisce Arba Kamberi – si rivolgono nella nostra clinica specializzata clienti che hanno fatto una scelta sbagliata in uno o più dei punti precedenti e ora si trovano in viso un lavoro non soddisfacente o che, addirittura, ha rovinato la loro pelle. Laddove possibile, con tecniche specializzate, riusciamo comunque a correggere la situazione. Altre volte, invece, l’unica via per risolvere il problema è accompagnare il cliente in un percorso di rimozione del precedente lavoro tramite una o più sedute di rimozione laser con i medici estetici che collaborano con la nostra clinica. Solo dopo questo passaggio – conclude – sarà possibile creare un trucco permanente che finalmente potrà soddisfare il cliente e, soprattutto rispettare la sua pelle”.

Valentina Brini