Se non bastava il Coronavirus, oggi è anche Venerdì 17

Ci risiamo: è di nuovo venerdì 17.  Un giorno che “divide” scaramantici (o semplici prudenti) a soggetti estremamente razionali che non credono in nulla, figuriamoci nella sfortuna del venerdì 17.

Questo venerdì 17, però, cari miei ha qualcosa in più…che non va’. Già, perché se il detto “anno bisesto, anno funesto” descrive perfettamente questo 2020, vorrei ricordarvi, che siamo anche nel bel mezzo di una pandemia e siamo in casa in “esilio” forzato da diverse settimane. Ormai anche i nervi più saldi stanno iniziando ad avere i primi segni di cedimento. Con estrema probabilità quest’anno gli scaramantici, se così vogliamo definirli, saranno certamente quadruplicati rispetto agli anni passati.

Venerdì 13

Per molti Paesi il giorno più sfortunato è venerdì 13. Nella cultura anglosassone,  si persa tale concomitanza di numero e giorno della settimana sia diventata di malaventura a partire dal Medioevo e potrebbe aver avuto origine dal racconto evangelico dell’Ultima cena, svoltasi nel tredicesimo giorno del mese di Nisan (calendario ebraico), con tredici commensali a tavola. Il giorno successivo, Venerdì santo, è invece quello convenzionalmente stabilito per datare la passione e la crocifissione di Gesù Cristo, motivo per cui nelle cene britanniche sarebbe evitare tavolate da 13 e  soprattutto non di venerdì.

A tal proposito, se per caso avete preso un aereo della compagnia irlandese RayanAir, non avrete potuto notare che, nella numerazione delle sedete, il numero 13 è totalmente assente.

La variante spagnola

Il martes trece spagnolo (martedì 13), che trae spunto dal filone della tradizione pagana per collegare il martedì a Marte, dio della guerra ed al tempo stesso pianeta rosso, simbolo di violenza e sventura. Martedì 13 è inoltre, secondo la tradizione ebraica, il giorno della confusione delle lingue nella Torre di Babele.

È interessante notare come il detto spagnolo Martes, ni te cases ni te embarques sia presente anche nella tradizione italiana, trasformandolo in “né di Venere né di Marte ci si sposa né si parte”.

La tradizione italiana

L’ipotesi più reale sulla sventura del numero in questione ci porta all’antica Roma, dove molte iscrizioni mortuarie riportavano la dicitura VIXI – letteralmente “vissi”, quindi sono morto – quattro lettere che al tempo erano anche quattro numeri e che per stare in un’unica cifra potevano essere associati in un solo modo: XVII. Diciassette.

Nella Smorfia Napoletana, il numero 17 è “a disgrazia“.

Rimedi contro un venerdì’ 17 in pandemia

Mi piacerebbe consigliarvi di andare in un bel prato verde in cerca di quadrifogli, ma purtroppo dovrete continuare a rimanere chiusi (e reclusi) nella vostre mura domestica ancora per qualche settimana. Quindi le uniche soluzioni sono:

  • state lontani dagli specchi (non si sa mai)
  • evitate di passare sotto alle scale (se state obbligando vostro marito ad impiantare il salotto, dagli un po’ di tregua)
  • spargete un po’ di sale grosso all’ingresso di casa e agli angoli delle finestre
  • un cornettino rosso (specie se regalato) fa sempre piacere!

Sicuramente oggi non succederà nulla di che, non preoccupatevi. Peggio di così non può andare.

Comunque se siete tra quelli particolarmente convinti che una semplice combinazione di numero e giorno della settimana possa influire negativamente sul flusso degli eventi sappiate che il 17 luglio sarà di nuovo venerdì. Speriamo almeno di aver finito la “reclusione” causa Covid-19.

Sharon Santarelli