Realizzare un sito multilingua: la to do list

La creazione di un sito multilingua richiede attenzione e precisione, ma soprattutto una scaletta dettagliata che consenta di non trascurare alcun particolare e di raggiungere gli obiettivi che si desidera conseguire senza difficoltà.

Il primo passo che è necessario compiere nel momento in cui ci si accinge alla progettazione e alla messa a punto di un sito multilingua consiste nell’identificare con cura gli obiettivi strategici del sito stesso. Una volta che questi sono stati individuati, è possibile capire qual è il target a cui ci si deve rivolgere e, di conseguenza, quali sono i contenuti su cui ci si deve basare per ottenere un effettivo coinvolgimento degli utenti. Non bisogna commettere lo sbaglio di pensare che un sito multilingua si fondi unicamente su testi e parole chiave: un ruolo importante è anche quello svolto dalle immagini e, perché no?, dai video.

Un sito multilingue può essere concepito per svariati scopi: c’è chi potrebbe decidere di ricorrervi perché vuol farsi conoscere in un Paese straniero e chi, invece, desidera soprattutto vendere i propri servizi e i propri prodotti al di là dei confini nazionali attraverso un e-commerce. In altri casi, il sito potrebbe costituire un supporto informativo prezioso e sempre aggiornato destinato alla rete vendita che opera all’estero.

La scelta del dominio è un altro degli step a cui si deve pensare nella creazione di un sito multilingua, tenendo presente che esso contribuisce a trasmettere il messaggio che l’azienda vuol comunicare. Appare evidente che, volendosi rivolgere anche all’estero, il dominio dovrebbe risultare di facile comprensione per tutti, a prescindere dalla lingua parlata: la brevità è una caratteristica che va sempre d’accordo con la memorabilità, e sarebbe preferibile che il nome del marchio fosse ripreso in modo esplicito. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, magari perché il dominio è già occupato o perché la denominazione del brand è troppo lunga, si può fare riferimento a una parola chiave che richiami i prodotti che vengono proposti o il settore di appartenenza.

Nella maggior parte dei casi, le aziende che si affacciano sui Paesi esteri tendono a registrare non meno di due domini quando ne hanno la possibilità: il dominio di primo livello nazionale generico, che corrisponde al .it, e il dominio di primo livello generico, che corrisponde al .eu o al .com. Il .com può essere impiegato per i contenuti che vengono proposti in lingua inglese e il .it sarà destinato alla versione italiana, nel caso in cui il sito sia solo bilingue; per un portale multilingue, invece, non si può fare a meno di optare per una Url differente per ciascuna lingua.

Non si può trascurare l’importanza di un’agenzia di traduzione, destinata a rivelarsi un’alleata indispensabile a cui affidare la traduzione dei testi. Per scegliere quella più in linea con i propri bisogni, il consiglio è quello di richiedere un preventivo traduzione ad almeno due o tre agenzie diverse: lo scopo non è tanto quello di spuntare il prezzo più basso, quanto quello di usufruire di servizi realmente vantaggiosi e di valore. Non ha senso, dunque, puntare al ribasso e al risparmio se poi non si è supportati in maniera adeguata o non si può contare su un’assistenza costante in caso di problemi. Il numero di lingue scelte per la traduzione varia, ovviamente, in base al numero di mercati a cui ci si rivolge.

A livello tecnico, infine, si deve badare al sistema di pubblicazione, e cioè alla scelta del CMS: come noto, il Content Management System è decisivo per l’ottimizzazione della gestione di ogni sito, e ciò vale anche per quelli multilingua. Un sistema di pubblicazione affidabile deve assicurare la massima visibilità su tutti i motori di ricerca.

redazione