Rancore e Anastasio a Sanremo insegnano ai veterani come si fa ad essere fighi

Si è chiuso il sipario sulla quinta serata del Festival di Sanremo, la kermesse da record alla sua 70esima edizione. Tra i 24 big che hanno presentato le proprie canzoni inedite, due ragazzi zitti zitti hanno conquistato i favori di pubblico e critica. Sono due rapper con una lunga gavetta alle spalle nonostante la giovane età.

Questo è il festival in cui i giovani gridano disagi e rabbia e i veterani restano ancora aggrappati al messaggio stantio d’amore.

Anastasio e Rancore si sono davvero distinti con performance di alto livello sul palco, toccanti e di grande spessore, oltre che bravura stilistica. Abbiamo deciso di scrivere di due talenti che hanno portato sul palco dell’Ariston uno stile lontano dalla classica canzone sanremese, con audacia e carattere degna di due ventenni.

Anastasio

Il nostro Anastasio di certo non le manda a dire e con “Rosso di rabbia” prende a pugni anche i scettici. Chi non lo conosce ha imparato che il ragazzo ha molto da dire e in modo assolutamente libero.

Il brano fa parte del suo primo disco “Atto zero”, prodotto da Slait, Stabber e Alessandro Treglia. Un album che è un vero e proprio racconto di un ventiduenne che si pone delle domande esistenziali, analizzate da angolazioni diverse, senza falsi moralismi.

C’ho 21 anni posso ancora permettermi di incazzarmi
Le parole sono le mie sole armi
E fino al sole voglio sollevarmi

Abbiamo imparato ad amare Marco Anastasio già con la vittoria a Factor nel 2018, questo ragazzo sembra proprio che riesca a trovare un messaggio per ogni bit, è riuscito a rivisitare pezzi cardine della musica italiana, raccontandoli a modo proprio.

Il brano in gara al Festival di Sanremo “Rosso di rabbia” ha delle sonorità rock che fin dalla prima nota ti permettono di immedesimarti con testo e parole. Anastasio parla di un “Sabotatore” e di quel momento in cui finalmente riesci ad afferrare per il colletto la propria paura e inizi a colpirla. Racconta quella tensione insita nel sentimento della rabbia delle volte distruttiva altre fondamentale per superare i problemi che la vita ti pone davanti. Con il suo look prettamente underground Anastasio ha deciso di essere coerente con se stesso e il proprio stile, uno dei pochi che non si è snaturato su quel palco così difficile.

La sua esibizione nei duetti ha confermato che in questo ragazzo di vent’anni c’è spessore musicale, al fianco della P.F.M., ha proposto il brano “Spalle al muro” di Renato Zero, un brano difficile dal testo significativo; tratta della decadenza, del tempo che scorre nella vita di un uomo che si trasforma da giovane un adulto e improvvisamente si trova asservito dalla stanchezza. Un brano profondamente attuale e ricco di significato da riascoltare bene.

Rancore

Il cappuccio nero l’ha portato anche quest’anno a Sanremo, ma il suo broncio inconfondibile l’ha abbandonato al primo istante. La sua canzone “Eden” vede la collaborazione con Dardust, produttore Re Mida della musica italiana. Ovviamente il riferimento è chiaro al Giardino dell’Eden, la mela diventa un riferimento per l’intero testo. Dal frutto proibito di Adamo ed Eva, la “Grande mela” diventa una metropoli americana, ma ancora la mela è al centro delle vicende di Biancaneve, la leggenda narra che proprio grazie a una mela Isaac Newton abbia formulato la sua teoria sulla forza di gravità sulla Terra. Viene citato il giudizio di Paride che, secondo la mitologia greca, donò una mela d’oro alla più bella delle dee, il proverbiale “pomo della discordia” tra le cause della guerra di Troia.

Sono innumerevoli i riferimenti che ricchi si snodano nel testo: dalla mela verde raffigurata nel dipinto “Il figlio dell’uomo” di René Magritte, la leggenda di Guglielmo Tell a colpire una mela posta sul capo del figlio, per mancato rispetto all’autorità. I riferimenti culturali della canzone mostrano una grande profondità e conoscenza del rapper, che alla sua seconda apparizione a Sanremo ha deciso di stendere tutti i presenti con un brano forte.

Se ogni scelta crea ciò che siamo

Che faremo della mela attaccata al ramo?

“Ho sognato l’Eden, poi un albero e una mela che si stacca e che inizia a rotolare. Mentre rotola ripercorre la storia dell’uomo, dall’inizio fino ai giorni nostri. Ho deciso di scriverci una canzone che raccontasse i tempi che stiamo vivendo e che parlasse di come, ancora una volta, l’uomo è di fronte a una scelta che potrebbe cambiare tutto il suo futuro”.

Il duetto per le cover Rancore ha portato sul palco”Luce” di Elisa insieme a Dardust, compagno di avventura in questo Festival, e la Rappresentante di Lista, un duo emergente di grande talento.

Claudia Ruiz