Nonostante la letteratura non sia il passatempo preferito dagli italiani, ultimamente nel nostro paese è divenuto molto popolare un nuovo metodo di lettura: l’audiolibro. Tali libri raccontati non sono nati certo ieri, ma si è iniziato ad apprezzarli maggiormente solo di recente. Ciò grazie soprattutto allo sviluppo di servizi multimediali (storytel, audible…) che li hanno resi a portata di smartphone, sottolineando quanto l’essere umano possa essere indecentemente pigro.
A dispetto di questa nuova ribalta dell’audiolibro, non sono però mancate le critiche (e ti pareva…), soprattutto da parte dei super appassionati del cartaceo che hanno iniziato a considerarlo come pura blasfemia. Eppure è evidente che questo diverso approccio alla letteratura porti con sé dei vantaggi. Senza la pretesa di possedere la verità in tasca in materia in cui trionfano soggettività e gusto personale, ecco i pro e i contro degli audiolibri.
Audiolibro come forma d’arte
La convinzione di certe persone, che l’ascoltare i libri sia una forma di pigrizia da parte di chi non ha voglia di leggere, spesso li spinge a giudicare tale esperienza senza averla mai vissuta. Basterebbe infatti un solo tentativo per ricordarsi di quanto sia piacevole farsi raccontare una storia. L’audiolibro non è una banale lettura monocorde alla google-translate, ma una vera e propria interpretazione del testo e degli eventi raccontati. I lettori sono spesso attori professionisti, che modulano la loro voce a seconda del personaggio che parla, o del tono della circostanza.
Alcuni audiolibri sono persino registrati da più attori che interpretano ciascuno un personaggio diverso, dando la sensazione al lettore-ascoltatore di essere proprio accanto ai protagonisti. Oltre ai monologhi troviamo anche dei melologhi, in cui la voce del lettore è accompagnata da brani musicali che, come le soundtracks nel cinema, evidenziano il pathos della narrazione. La presenza di storia, attori e colonna musicale, trasforma l’audiolibro in un anello mancante tra la letteratura e il cinema. L’ esperienza fornita è decisamente diversa rispetto agli altri due, ma affatto banale.
Troppi libri, poco tempo
La fobia standard dell’amante dei libri è la consapevolezza che al mondo esistano milioni di libri e che in una vita sia impossibile leggerli tutti. Se ci si pensa infatti, i lettori forti più accaniti arrivano a leggere in media un massimo di 50-60 libri l’anno senza intaccare vita sociale, lavorativa e ore di sonno. Inoltre la vita nel 2019 è sostanzialmente una vita ansiogena, fatta di obiettivi, scadenze, corse e orari, in cui il tempo per godersi una bella storia è sempre piuttosto contenuto.
La grande forza degli audiolibri è proprio quella di poter essere ascoltati ovunque e in qualunque momento. Non dovendo avere a che fare con un volume cartaceo, ci ritroviamo con entrambe le mani vuote, gli occhi liberi e la possibilità di muoverci senza andare a sbattere contro il primo cartello o gradino. A quel punto persino i lavori di casa più ripetitivi e tediosi diventano un buon motivo per far partire un audiolibro. Personalmente ho iniziato ad usufruire di questi servizi come sottofondo per andare a correre al posto della musica. Risultato? Sono passato da una corsa a settimana ad una al giorno, solo per il piacere di far partire una nuova storia.
Imperfezioni
Non ci sono controindicazioni di carattere pratico nell’utilizzo degli audiolibri. Ciò soprattutto alla luce del fatto che la memoria uditiva ha la stessa efficacia di quella visiva, e in alcune persone anche maggiore. L’unica vera problematica, è che la voce del narratore toglie una certa libertà al lettore di immaginare la voce narrante originale. Il che può risultare fastidioso a tutti quei puristi che cercano di immaginare la voce dello scrittore.
Può capitare che un libro scritto da un autore uomo venga letto da una donna, o che un personaggio giovane venga interpretato da un anziano. Difficile dire se sia un motivo valido per accantonare gli audiolibri, ma una cosa è certa: è sempre meglio esperire prima di giudicare a vuoto, chissà, ci si potrebbe persino ricredere o innamorare.