Premio Felix Festival del Cinema Russo: in Triennale la premiazione

Si è conclusa con la premiazione del 30 settembre  presso la Triennale di Milano la terza edizione del Premio Felix  dedicato al Cinema Russo e promossa dall’associazione Associazione culturale Felix – Cinema, Moda, Design, Italia-Russia, curato dalla produttrice di cinema italo-russo Uliana Kovaleva. 

Scopo della manifestazione è quella di rappresentare e far conoscere al pubblico il cinema russo contemporaneo, e le molteplici  realtà di co-produzione tra Russia e Italia, nonché tra la Russia e altri paesi.

La cerimonia è stata presentata dal Direttore Artistico del Festival Max Nardari (regista,produttore, cantante) e dalla conduttrice Arianna Bergamaschi (cantante, attrice teatrale e conduttrice televisiva italiana), i quali hanno consegnato targhe di riconoscimento ai film premiati.

Tra i titoli presenti nell’edizione 2020: Il Soldatino (2019), Salmone Rosso (2020). Coproduzioni: Pedralta (Spagna-Russia 2019), Amori Elementari (Italia-Russia, 2014). Prime Nazionali: La Fede (2019), Grand Cancan (2019), Abigail (2019).

Hanno composto la Giuria 2020 professionisti del panorama cinematografico e artistico: Irene Muscara (Attrice); Sergio Basso, regista milanese che ha girato film coprodotti tra Italia-Russia, uno tra tutti Amori Elementari (2014); Renata Ercoli, costumista milanese; Elisabetta Bruscolini, Producer, direttrice del Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nello spazio dell’ Arena Triennale Arianteo anche la contestuale mostra artistica di Marco G, incentrata sull’arte metafisica del pittore (titolo “Orizzonti di Luce”).

Il film che ha ricevuto il maggiore riconoscimento (Premio Felix terza edizione) è stato “Il Soldatino” di  Viktoria Fanasutina. Basato su di una storia vera. Il film racconta eventi emozionanti ed eroici che sono accaduti nella vita del più piccolo soldato – l’eroe della Grande Guerra Patriottica Seriosha Aleshkov, che ha ricevuto all’età di sei anni la medaglia “per il merito di combattimento”.

Tra le pellicole in concorso interessante e originale il film Pedralta per la regia di Alexandr Manzurov, anche  sceneggiatore, che abbiamo avuto occasione di visionare in streaming sul portale del Festival. Co-produzione Russa- Spagna, il film, dai tratti metafisici, racconta la storia di Elizabeth, una donna che non ha mai superato la tragica morte dei genitori. Animata dall’assillante domanda di come sarebbe stata la sua vita se la morte dei genitori non fosse avvenuta, la donna scopre un “passaggio” presso Pedralta, una strana conformazione rocciosa che si dice sia per alcuni una “porta“a in grado di comunicare con un’altra dimensione parallela: quella in cui vanno coloro che non ci sono più.

Pedralta (2019) — The Movie Database (TMDb)

Elizabeth riesce ad effettuare il passaggio, nonostante la minaccia di oscuri guardiani che sorvegliano i confini di questa soglia, ai più preclusa. Film,diviso in capitoli come fosse un romanzo, si tratta di una pellicola  che punta più sulla sceneggiatura, sui dilemmi della protagonista e offre una rappresentazione filmica di un percorso interiore.

Sospesa tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti (o forse dei ricordi) la donna comincerà ad interrogarsi sulla vera natura della propria infelicità, se legata davvero a qualcosa che è accaduto nel passato (la perdita dei familiari), oppure, al contrario, legata a qualcosa che non ha mai avuto il coraggio di fare nel presente.

Premio Felix: al via la III edizione del Festival del Cinema Russo

Un po’ citando Stalker di Tarkovskij (grande esponente del cinema russo) il regista Manzurov si cimenta in una fiaba esistenziale e metafisica, dai contorni però molto concreti.

I parenti perduti sono in carne ed ossa, non dei fantasmi e la Morte che insegue la donna è una presenza fisica tangibile. Film metaforico che si interroga sulle realtà parallele, Pedralta riesce a portare avanti il suo discorso con una forma affine al teatro più che a quella del thriller. Nel complesso sembra rifarsi ad un cinema esistenziale più antico: in cui è possibile inscenare un dialogo tra l’umanità e la morte. Buona la fotografia della pellicola.

Francesco Bellia