POST ri-immagina il futuro con 180 poster per le vie di Bologna

Inventare il futuro dopo questi anni di pandemia sembra essere l’unica soluzione. 43 paesi hanno accettato questa challenge partecipando a POST,  l’evento che conclude l’attività della call for artist annuale del collettivo di arte pubblica. Per l’occasione sono stati appesi 180 poster per le vie di Bologna. 

Sulle strade di Bologna tornano i manifesti dell’annuale call for artist di CHEAP street poster art. Si alternano coloratissimi raffigurando una volta figure femminili, un’altra fiori, corpi fluidi e tanto altro ancora. Un campionario visivo ampio come l’immaginario che questi artisti hanno saputo ricostruire negli scorsi anni, su temi sabotage, disorder e reclaim. 

fonte IG @cheapfestival

Quest’anno però il tema cambia diventando semplicemente “post”, in senso latino. Si intende perciò il superamento, il panta rei delle cose fino alla pandemia. Insomma si tratta di misurarsi con un futuro sconosciuto e rappresentarlo in immagini. Non può mancare in questo contesto il futuro del nostro pianeta terra. 

La call for artist di CHEAP per post riesce ad essere quindi politica, pop ma allo stesso tempo ironica. 

fonte @cheapfestival

Gli organizzatori affermano “Mai come per questa edizione della call for artists abbiamo chiesto allə artistə di prodursi in un gesto immaginifico: per molti versi il progetto si è trasformato in una call for visions, raccogliendo un’incredibile serie di visioni sul futuro, per certi versi dal futuro. Abbiamo chiesto di rappresentare con linguaggi visivi contemporanei cosa ci aspetta oltre il capitalismo, in seguito alla prossima crisi climatica, dopo aver compiuto 30 anni, dopo il crollo del patriarcato, dopo la malattia, dopo l’impero, dopo il punk, dopodomani. Le risposte sono arrivate su poster e contengono universi, utopie, scenari postumani, società decoloniali, tratti di una posterità prossima, nuove estetiche e nuovi segni di liberazione: contengono visioni dal futuro” 

fonte @cheapfestival

D’altra parte però il testo della call di CHEAP per post ha riferimenti molto ampli. Si parte da Mark Fisher per arrivare a Donna Haraway, passando per la fiction caraibica e il manifesto xenofemminista. Senza dimenticare l’installazione sul tetto del Berghaim a Berlino “Morgen ist die Frage” (Domani è la domanda).

Sono tutti Immaginari evocati con una call for artist che arriva, polifonica o polimorfa, nelle strade di Bologna agendo un’evidente azione collettiva di riappropriazione della città e degli spazi urbani. 

Rebecca Bertolasi