Picatrix, Necronomicon, Enchiridion & Co: i cinque libri più maledetti della storia

Possono i libri essere così pericolosi da essere considerati maledetti, e quindi essere resi oggetti di una vera e propria caccia sistematica volta alla loro distruzione? Sì, se si parla di libri considerati maledetti.

Fin dalla nascita della scrittura, infatti, gli uomini hanno scritto libri considerati più o meno pericolosi dai governanti del tempo. Tra tutti, spiccano i cosiddetti “grimori”, antichi testi di magia che contenevano tutto lo scibile oscuro, costituiti da formule magiche atte a scacciare demoni (ma che in realtà li attiravano), e che ben presto finirono all’Indice e quindi condannati al rogo.

La storia di questi libri “maledetti” si perde nei meandri del tempo: molti libri proibiti, stando alle testimonianze degli storici, sarebbero stati conservati nella biblioteca di Alessandria d’Egitto, edificata intorno al III secolo a.C. e completamente distrutta intorno al 48 a.C., sembra a opera di un furioso incendio che ridusse in cenere l’immenso patrimonio in essa contenuto, l’intero scibile umano racchiuso in innumerevoli testi del mondo antico.

Secondo alcune dicerie, la Biblioteca doveva contenere l’opera omnia di Beroso, un sacerdote babilonese vissuto al tempo di Alessandro Magno, che aveva narrato dell’incontro avvenuto tra alcune civiltà mesopotamiche e una razza aliena, chiamata Apkalluss, che aveva svelato alcune conoscenze considerate scomode dei potenti del tempo.

C’erano poi innumerevoli tavolette incise in argilla e pietra, oltre che papiri che riportavano formule magiche e testi di alchimia, che dovevano insegnare e tramandare l’antica arte di trasformare i metalli in oro. Insomma, conoscenze davvero esplosive, che non potevano essere tramandate, e che quindi dovevano essere distrutte.

Libri condannati al rogo

In seguito, la “moda” di distruggere testi considerati scomodi si intensificò nel 1233, con l’istituzione del Tribunale della Santa Inquisizione. Fu allora che svariati roghi vennero accesi nelle piazze di tutte Europa, roghi che segnarono la fine di uomini e donne considerati rispettivamente eretici e streghe. Ma in questi roghi perirono anche altri, oggetti considerati maledetti: libri.

Nel 1557 nacque, per volontà diretta del papato, l’index librorum prohibitorum, l’indice dei libri proibiti, che conteneva i riferimenti ai libri la cui lettura avrebbe dannato l’anima dei fedeli, e che quindi andavano distrutti. Nel 1575, papa Pio V fondò la Congregazione dell’Indice, un’istituzione dedita alla valutazione preventiva dei libri, che rimase in vita fino al 1917.

Tra tutti i libri “condannati a morte” dall’Indice vi furono ovviamente moltissimi libri di magia, manoscritti redatti dai maestri delle arti occulte che contenevano indicazioni dettagliate su come evocare demoni e farsi servire dalle entità infernali, e per questo ovviamente considerati scomodi dalla Chiesa, che si prodigò di individuarli e renderli inaccessibili al popolino…

Eppure erano libri ricercati anche dagli insospettabili.

La Chiave di Salomone

Sicuramente si tratta del libro di magia più conosciuto al mondo. Risale al tardo Medioevo, ed è attribuito al biblico re che, secondo la tradizione, aveva il potere di parlare con i demoni e piegarli al suo volere. E la Clavicula Salomonis conterrebbe, appunto, una serie di complessi rituali per invocare i demoni, con specifiche indicazioni sulle influenze dei pianeti che sarebbero utili a tali scopi, sugli strumenti necessari all’operazione e, soprattutto, conterrebbe le istruzioni per tracciare un cerchio magico in cui il ritualista deve entrare per portare a termine l’operazione.

Il testo venne successivamente ampliato da Plangiére, un domenicano dell’ordine dei Gesuiti, che tradusse dall’ebraico un testo poi denominato Grimorium verum, attribuito anche questo a re Salomone. Nel Grimorio sono contenute varie disposizioni per forgiare sigilli che avrebbero il potere di comandare gli spiriti a proprio piacimento.

Il Grimorio conterrebbe poi le istruzioni per stipulare il patto con il demonio e invocare il ministro di Lucifero, che prende il nome di Lucifuge Rofocal. Siete curiosi di trovare questi testi?

Il Grimorio di Papa Onorio III

Non solo un re biblico, dunque. Anche tra gli insospettabili si nascondevano seguaci delle arti oscure, e fra i più insospettabili si trova, pensate un po’, un papa. Non un antipapa, ma un vero e proprio pontefice di Santa Romana Chiesa.

Pubblicato per la prima volta nel 1629, in latino, il grimorio di cui parliamo non appartenne quasi sicuramente per davvero a papa Onorio III, ma fu probabilmente composto da un mago vissuto nella seconda metà del cinquecento.

Il papa però se ne interessò tanto che il testo viene conosciuto con il suo nome, in quanto scrisse la bolla che accompagna il testo, presentandolo come un manuale di esorcismo per scacciare il diavolo in nome di Gesù Cristo.

La realtà, però, è molto diversa, e il testo che leggiamo contiene complesse formule e descrizioni di rituali per evocare gli spiriti e comandare i demoni, che apparirebbero secondo un preciso calendario.

Enchiridion

Se Onorio III viene accostato al Grimorio omonimo, che dire dell’Enchiridion? Attribuito a papa Leone III, venne donato dal papa stesso a Carlo Magno, e presentato come il più importante e prezioso dei doni che un regnante possa mai ricevere.

La sua prima pubblicazione risale al 1523, ed è costituito da una serie di formule magiche, spacciate per orazioni, che hanno il solo scopo di dominare le cose materiali e spirituali: insomma, permettono di avere il controllo sul mondo intero.

Nel testo sono poi contenute una serie di indicazioni per realizzare talismani protettivi, formule di esorcismo e consacrazioni a “spiriti” che più che altro sembrano demoni a tutti gli effetti.La seconda parte del manuale invece contiene una serie di incantesimi di protezione contro ogni tipo di avversità, e per combattere il male che si presenta sotto ogni forma, con l’aiuto degli spiriti celesti.

Picatrix

Tradotto dall’arabo in latino nella Spagna dell’XI secolo, il Picatrix può considerarsi un testo di fondamentale importanza per l’occultismo rinascimentale. Tre dei più importanti occultisti del passato, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Enrico Cornelio Agrippa possedevano questo testo nella loro biblioteca.

Il libro contiene incantesimi e istruzioni per costruire talismani e monili di protezione, analizza l’anatomia umana confrontata con l’astrologia, traccia complesse corrispondenze tra mondo animale e vegetale con i segni zodiacali e, alla fine, riporta una serie di preghiere e invocazioni rivolte agli spiriti planetari.

Sembrerebbe assolutamente innocuo, invece finì all’indice proprio per la sua vicinanza alle tematiche proibite…e anche perché, tra le varie invocazioni, conteneva una serie di preghiere a “serafini e cherubini cacciati negli abissi”, ed è facile capire a cosa ci si riferisse.

Ultimo, ma non ultimo, lui, il libro maledetto per eccellenza. Un libro che solo al sentirlo nominare fa ammutolire. leggerlo renderebbe pazzi, perchè pazzo divenne colui che lo scrisse, attorno al VIII secolo. Fu vergato con il sangue  dall’arabo Abdul Alhazred, e contiene profezie e incantesimi per la resurrezione di un demone capace di impossessarsi dei vivi. Lui è il terribile Necronomicon, il libro delle leggi che governano i morti.

Necronomicon

Ne parlò per la prima volta Howard Phillips Lovecraft, indiscusso maestro della letteratura fantastica, vissuto a Providence (Usa) tra il 1890 e il 1937, e tracciò una descrizione così accurata di questo libro da scatenare una vera caccia al tesoro: libro rilegato in pelle umana, con pagine anch’esse in pelle, e vergate con il sangue…

Dopo la descrizione di Lovecraft, diverse persone corsero a cercarne una copia, anche perchè nel 1941 un antiquario di New York, Philip Duchesne, inserì nel proprio catalogo un riferimento al Necronomicon, fissandone il prezzo a 900 dollari. Nel 1953 il giornalista Arthur Scott, nel mensile statunitense Sir!, sostenne che il Necronomicon fosse scritto su fogli di pergamena… umana, ottenuta scarnificando persone uccise tramite rituali satanici.

Molta gente poi arrivò a dire di averne potuto toccare e vedere diversi esemplari, e a Lovecraft iniziarono ad arrivare richieste da ogni parte del mondo da persone che chiedevano informazioni sulle copie esistenti. Negli Anni Sessanta venne segnalata la presenza di copie del Necronomicon alla California University e alla Biblioteca Vaticana, nelle sezioni non aperte al pubblico.

Inutilmente Lovecraft si affannò a spiegare che il Necronomicon e il suo folle autore erano frutto della sua fantasia: la maggior parte dei lettori credette alla reale esistenza del testo maledetto, e continua a cercarlo… e quando poi su internet iniziò a circolare la voce che una copia del Necronomicon era disponibile nel catalogo della Werewolf Bookshop di New York, al modico prezzo di un milione di dollari, tutti corsero in cerca della libreria, se non altro per poter vedere il libro… ma non solo non trovarono il libro, ma nemmeno la fantomatica libreria…

redazione