Per la festa di San Francesco, il premier Conte lancia un messaggio per un Italia che si deve risollevare rigenerata

Che almeno sia servito a qualcosa tutto questo soffrire, essersi ritrovati come nel set di un film apocalittico, un virus sconosciuto che contagia più del dovuto, incontenibile, che si è sparso su tutto il pianeta portando alla morte soprattutto i più fragili, colpendo anche alla cieca, che ci ha privato della dignità nella morte e nella sofferenza, che ci ha allontanato da tutti, che almeno, ci porti a riscoprire i veri valori della vita, che ci unisca come fratelli, è questo il messaggio del premier Conte alla celebrazione della festa di Assisi del 4 ottobre, per ricordare appunto San Francesco, le cui parole oggi echeggiano nei fatti che stiamo vivendo. “L’Italia che sta faticosamente uscendo dalla pandemia dovrà essere una comunità rigenerata: il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti. L’uomo si è dovuto misurare con un nemico invisibile, che ha sconvolto le nostre esistenze. Dobbiamo riscoprire il valore dell’essenziale”, aggiunge. Secondo Conte, “dalla drammatica esperienza del coronavirus traiamo il valore dell’essenziale, di quello che veramente conta, di quello che è decisivo anche se invisibile agli occhi. In questo, il messaggio di san Francesco appare di straordinaria modernità, Anche quanti si sono ritrovati meno coinvolti nell’assistenza diretta ai malati, già solo rinunciando ad alcune libertà per proteggere i propri cari: tutti ci siamo sentiti coscienti del valore della cura e della fratellanza, abbiamo compreso di essere ‘Fratelli Tutti’, come scrive il Papa nella sua enciclica. Siamo chiamati a volgere lo sguardo al futuro abbracciando con coraggio, con fiducia, una prospettiva di rinascita, un’autentica conversione, verso un modello di sviluppo più equo e sostenibile, più attento all’ambiente, orientato al pieno, integrale sviluppo della persona”, aggiunge il premier, precisando che “la nostra missione e attività di governo richiede uno sguardo fisso sul futuro tanto ampio da custodire e rigenerare la casa comune per le future generazioni. Lo faremo: stiamo elaborando un piano nazionale per un Paese rigenerato. Non bastano i programmi e gli investimenti – afferma ancora il presidente del Consiglio -: occorre prioritariamente una rigenerazione interiore, una radicale mutazione di passo e di prospettiva anche sul piano culturale, una rivoluzione che ci coinvolga tutti e abbia al centro l’uomo. Anche oggi rinnovo l’appello per un nuovo umanesimo quale orizzonte ideale entro il quale disegnare le politiche dei prossimi anni”.  

Alessandra Filippello