Papà Nayak: come dovrebbe essere davvero un padre oggi!

Il padre modello è un fruttivendolo, ha 45 anni, si chiama Jalandhar Nayak e si trova in India. Quest’uomo ha creato una strada lunga 8 chilometri con piccone e zappa per circa 8 ore al giorno per due anni attorno allo sperone di roccia che separava il suo villaggio di Gumshai dalla città di Phulbani.

Perché lo ha fatto? Per permettere ai suoi tre figli di andare a scuola e di non perdere tre ore tra l’andata e il ritorno. Nayak sapeva bene che ogni giorno scalare il promontorio roccioso era molto complicato per i suoi bambini. Per questo ha deciso di sacrificare se stesso per questo progetto, per permettere ai suoi figli di avere un futuro migliore facendo di tutto per farli studiare, consapevole che nell’istituzione scolastica avrebbe trovato un valido alleato.

 

Segnalata dalla gente del posto ad un giornale locale, la sua iniziativa gli ha permesso di ricevere una ricompensa dallo Stato. Inoltre il governo si è impegnato a completare i restanti 7 chilometri per ultimare il lavoro. Tutto ciò ha fatto di Nayak un vero eroe in un paese che concretizza le proprie divinità in uomini come lui che si spendono in grandi e silenziose imprese per il bene collettivo oltre che personale.

Pensando a questo eroe sorge spontaneo il confronto con i nostri padri occidentali.

Non è lontana la notizia che dei genitori di Siracusa hanno spedito un docente di educazione fisica al Pronto Soccorso per aver rimproverato il figlio. Si tratta solo dell’ennesima notizia riguardante la barriera che si sta creando tra scuola e famiglia, tra professori e genitori, alleati fino a pochi anni fa. Ci chiediamo come sia possibile che due enti fondamentali  per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi si trovino così tanto in contrasto da capitolare nella violenza. Dove si è rotto l’anello della catena educativa? Sembra quasi assurdo che dobbiamo spostarci in India per ricordarci del vero motivo per cui mandiamo a scuola i nostri figli e di quale sia il vero obiettivo nella loro crescita.

È indubbio il fatto che ci stiamo avviando verso un cambiamento progressivo a livello globale. Ci stiamo impegnando talmente tanto nel cercare di proteggere i ragazzi di oggi da questo imminente mutamento da dimenticarci quanto siano necessari certi rimproveri. È necessario ricevere qualche “strigliata” come è necessario ricevere delle adeguate gratificazioni per i nostri risultati. Come si dice: “tutto fa brodo”. Tutto aiuta a crescere e a formare le nostre identità. Chi ha vissuto almeno un quarto della sua vita questo lo sa bene. Allora perché cercare di evitare di attenuare ogni potenziale caduta dei propri figli? Lasciateci cadere, per favore!

Gaia Toccaceli