Nelle Filippine la barriera corallina è piena di mascherine

Che quello dell’inquinamento è un problema molto grave e da affrontare in maniera molto seria, lo sappiamo oramai tutti. Che le mascherine usate, che ogni giorno siamo obbligati ad indossare per proteggerci dalla diffusione del Covid-19 siamo state riversate nei nostri mari, non è una novità. Ne abbia già parlato (anzi direi scritto). Abbiamo affrontato casi come quello del Porto di Ancona . 

Abbiamo sperato che le persone fossero invase da un pò di buon senso. Ma così non è stato, evidentemente.

La barriera corallina, uno dei luoghi al Mondo più amato da coloro che amano il mare ed i suoi abitanti, a causa delle mascherine che hanno invaso la zona di fronte a Manila, nelle Filippine, sta subendo un vero e proprio disastro. In un video girato dalla BBC si può ben vedere che ad oggi i nostri mari non sono solo piedi di plastica, ma anche di DPI usati.

 

Il grandissimo problema è che mascherina chirurgica può impiegare fino 450 anni per decomporsi completamente. All’interno delle mascherine sono contenute particelle di plastica non biodegradabile. Queste si disperdono nel mare, mettendo in pericolo gli abitanti dei nostri mari, già gravemente compromessi a causa delle plastiche e di rifiuti che ogni anno vengono riversati nei nostri mari.

 

 

 

Il giornalista Howard Johnson si è immerso insieme ad alcuni componenti dell’Anilao Scuba Dive Centre, centro affiliato al programma dell’ONU Green Fins, che ha lo scopo di promuovere il turismo sostenibile nel sud-est asiatico. Le mascherine incagliate nella barriera corallina che si possono vedere nel video, sono solo una minima parte dei tantissimi rifiuti sanitari prodotti dalla città di Manila in questi mesi. Secondo le stime effettuate dall’Asian Development Bank, nel picco della pandemia da Covid-19 la quantità si sarebbe aggirata intorno alle 280 tonnellate al giorno.

Il grosso problema è stata la gestione dello smaltimento dei dispositivi di protezione da parte degli organi preposti. Gli errori hanno causato un danno ambientale probabilmente irreparabile.

L’importanza del corretto smaltimento

Quello che molti non riescono a comprendere, evidentemente, è che se non smaltiti correttamente, questi DPI possono non solo essere fonte di inquinamento, ma essere anche un ulteriore veicolo di diffusione del virus dal quale ci proteggono. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, devono essere smaltiti nella raccolta indifferenziata, meglio se chiusi in un sacchetto apposito. I lacci elastici devono essere tagliati così che se, sciaguratamente, qualche animale entri in contatto con loro, non rimanga intrappolato negli elastici.

E’ ora di fare qualcosa

E’ assurdo che nel 2021, si debba ancora sensibilizzare le persone sul tema dei rifiuti, dell’ambiente, della raccolta differenziata e del corretto smaltimento di ciò che all’uomo non “serve più”. Se non cambiamo velocemente il nostro approccio ed il nostro comportamento, causeremo danni irreparabile all’ambiente del nostro Pianeta.

Sharon Santarelli