Qualche giorno fa in una diretta con Marco Montemagno, Alessandro Baricco ha raccontato di soffrire particolarmente questo periodo perché si sente distratto, poco attento a cosa vorrebbe scrivere e con un livello di ispirazione frenato: scrive ciò che deve ma non ciò che vorrebbe.
Non si può dire la stessa cosa di Paolo Giordano che per Einaudi Editore ha pubblicato “Nel contagio”.
Con il libro “Nel contagio” Paolo Giordano è entrato direttamente nella storia della letteratura italiana per essere il primo scrittore italiano ad avere trattato e pubblicato un libro durante la quarantena da pandemia globale.
Paolo Giordano con un dottorato in fisica teorica, con sulle mensole di casa il Premio Strega 2008 e il Premio Campiello Opera Prima per “La solitudine dei numeri primi” e con “Divorare il cielo” come secondo libro, ha scelto di scrivere su alcuni giorni della sua quarantena in una sorta di mini diario, cercando tra dubbi e inquietudini di lasciare ai posteri un segno tangibile nell’editoria italiana.
Ciò che emerge dal libro è la grande dimestichezza di Giordano con il pensiero matematico/ scientifico. Con dettagliate ricostruzioni su statistiche e numeri, volgendo uno sguardo al passato per recuperare dati utili per il presente, Giordano cerca di comprendere i numeri di questo nuovo nemico invisibile che è il Coronavirus.
Quest’ultimo non assume mai il nome di Coronavirus, come per non prendersi confidenza con un nemico che sembra imbattibile, ma Paolo Giordano è preciso nel chiamarlo Sars – Cov 2 o Covid19 per dargli la potenza delle conseguenze che sta scatenando a livello mondiale.
In più trapelano le debolezze e le paure dell’essere umano Paolo Giordano, oltre lo scrittore.
Racconta, infatti, della cena rimandata con gli amici o dell’impegno di lavoro annullato a Zagabria o di come l’agenda fitta di appuntamenti di Marzo è qualcosa che non ha vissuto ma che potrà recuperare.
Nonostante il suo sia un approccio matematico e razionale all’evento, lascia spazio però alla speranza declinata in tutte le sue sfumature.
Tra una riga e l’altra, infatti, Paolo Giordano spera che questo tempo non passi senza aver lasciato traccia in noi, senza sperimentare la differenza tra il prima e il dopo e senza recuperare quel che è stato accantonato.
“Nel contagio” fotografa un momento ben preciso della storia non solo italiana ma mondiale e chiede al lettore di interrogarsi sulle conseguenze di una pandemia e soprattutto di non sentirsi solo perché anche se distanti ora come non mai dobbiamo sentirci uniti.
Buona lettura!