Michele Bravi si affida al potere dell’amore con La Geografia del Buio

Michele Bravi ha pubblicato La Geografia del Buio a distanza di quattro anni da Anime di Carta, secondo album in studio certificato oro, che conteneva il singolo doppio platino Il Diario degli Errori, presentato al Festival di Sanremo e arrivato alla 4ª posizione.

Dopo aver superato vari momenti difficili, il cantante di Diamanti ha deciso di intraprendere un nuovo viaggio, dapprima personale, per imparare a curare le troppe ferite che lascia la vita con il potere dell’amore, unica salvezza a nostra disposizione. Il disco ha un concept ben preciso: un insieme di immagini oniriche che guidano il cantante lungo una narrazione intima e profonda, ma anche drammatica e teatrale delle dieci canzoni che compongono La Geografia del Buio.

Il risultato è un album da ricordare grazie al fatto che ogni singola canzone possiede una maturità e profondità non indifferente, e in cui l’ultima traccia, A sette passi di distanza, è suonata interamente al piano da Michele Bravi e dà l’ultimo saluto agli ascoltatori dopo aver vissuto sulla propria pelle il viaggio nei sentimenti proposto dal cantante.

Credit: Clara Parmigiani

Il primo assaggio è stato dato con La vita breve dei coriandoli, seguito poi da Mantieni il bacio, entrambi due perle del disco che sono stati capaci di creare un forte hype intorno all’intero progetto, poi effettivamente ripagato.

I due brani spiccano per avere dei testi maturi ed incredibilmente toccanti, e introducono l’ascoltatore al racconto che l’album realizza attraverso la ferita lasciata dalla vita. Le due canzoni invitano a lasciare indietro ogni singola incertezza riguardo all’amore, perché è solo grazie a questo che si potrà riuscire a superare ogni singola difficoltà, con il tempo giusto e le persone giuste.

Mantieni il bacio è infatti la prova del vero amore e dell’importanza che questo può esercitare nelle vita di tutti noi. Se non bastasse il testo strappalacrime, il video gioca un altro ruolo fondamentale, rappresentando la ciliegina sulla torta di una canzone che, a tutti gli effetti, sarebbe potuta essere una papabile vincitrice al Festival di Sanremo.

In esso appare anche una guest star: Francesco Centorame (Elia in Skam Italia), con cui il cantante mostra un’affinità disarmante. I due riescono infatti a rappresentare perfettamente il senso della canzone, mostrando un amore tormentato, preoccupato ma terribilmente vero attraverso i loro occhi, sensibili alla vita e a ciò che essa gli offre quotidianamente.

Fra le altre perle del disco troviamo sicuramente Storia del mio corpo, che già dal semplice titolo permette di creare un’aspettativa molto grande, portando a pensare che possa parlare della difficoltà nella relazione che ogni persona ha con il proprio corpo e come, con enormi difficoltà, si porta avanti questa relazione giorno dopo giorno.

Questo è il brano dove sicuramente Michele Bravi esorcizza di più le sue paure, mettendo a nudo tutte le sue considerazioni e riflessioni in una relazione a volte quasi tossica, disperatamente alla ricerca di qualcuno che possa mettere, una volta per tutte, fine a questo straziante rapporto.

Il corpo è di fatti l’unico che può conoscere tutto ciò che la persona vive ogni giorno: paure, amori, tristezze, delusioni, etc. e a volte il peso di queste conoscenze potrebbe diventare troppo elevato per una sola persona, o per una persona sola.

Il mio corpo ha una storia di paura addosso
E lo vedo chiaramente in ogni gesto
Come quando ho smesso di parlare
Nell’esatto modo in cui si chiude un rubinetto

Nell’album è presente anche una collaborazione con Federica Abbate, che ha più volte collaborato con Michele negli ultimi anni, e insieme cantano in Un secondo prima, canzone che evade un po’ dalle melodie principali dell’album ma che regala comunque una caricatura testuale molto importante.

Top ?: Storia del mio corpo, Mantieni il bacio, Maneggiami con cura, La vita breve dei coriandoli, Quando un desiderio cade

Flop ?: Senza fiato

Voto: 8+/10

Marco Russano