Marchese de Sade: storia di un sadico omicida

Il Marchese de Sade è stato fonte d’ispirazione per numerosi serial killer, soprattutto per quanto riguarda il loro lato sadico. Per questo motivo ci interessa particolarmente.

Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, rinunciò a ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente «D.-A.-F. Sade». Per il periodo rivoluzionario utilizzò anche lo pseudonimo Louis Sade. Fu autore di tutta una serie di classici della letteratura erotica, drammi teatrali, testi vari e saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione. La sua opera e il suo pensiero lo hanno fatto considerare un esponente dell’ala estremista del libertinismo, nonché dell’Illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale.

Il suo nome è all’origine del termine sadismo, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, quelli che saranno chiamati appunto “sadici“. Inoltre nei suoi romanzi troviamo scene di esplicita violenza, temi filosofici della ricerca del piacere, consistente nel soddisfare gli istinti naturali (in Sade spesso derivanti dall’esercitare la crudeltà a fini sessuali), ateismo e il rifiuto verso ogni forma di autorità costituita.

Durante la sua vita il Marchese de Sade fu accusato di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, di sodomia, di tentativi di avvelenamento e condotta immorale, ma venne riconosciuto colpevole solo di “libertinaggio” (cioè condotta sessuale illegale) e produzione di materiale pornografico. Fu perseguito prima dal regime monarchico, poi, in quanto nobile, dalla Rivoluzione francese e infine anche dal governo napoleonico.

Marchese de Sade

Passò molti anni della sua vita, a causa di una lettre de cachet e di varie disposizioni successive, prima in carcere – tra cui alla Bastiglia per qualche anno – e poi all’“albergo dei pazzi” di Charenton, dove scrisse molte delle sue opere più celebri. Per molto tempo ritenuto un autore immorale o di scarso valore, è stato rivalutato e riscoperto nel XX secolo a opera del surrealismo, della psicoanalisi e dell’esistenzialismo. Morirà per una «febbre adinamica gangrenosa» e un «edema acuto del polmone molto probabilmente di origine cardiaca.

redazione