Madre strega ad Acireale, sevizia la sua bambina di 2 anni nei modi più terribili, minaccia di morte tutta la famiglia amante compreso

Ci sono parole che non possono mai indicare le paure ed il dolore di una vita di drammi, subiti da un intero nucleo familiare, vessato da una donna di appena 23 anni, già madre di 3 figli, rispettivamente di 5 e 2 anni ed un piccoletto di soli 2 mesi. Quando si dice mamma, si pensa all’amore più grande, più vero, la persona al mondo che ci vorrà bene al di sopra di tutto e di tutti, in questo caso la mamma è una strega, la strega più cattiva. Vittima della droga, ma non per questo assolutamente giustificabile, ha seviziato con percosse brutali, la sua bambina di 2 anni, rompendole i dentini, prendendola a morsi, le angherie più terrificanti. Teneva sotto scacco un intera famiglia, i suoceri, minacciati di morte, se avessero reagito avrebbe riempito di botte la bimba,la quale, l’unica colpa che aveva era di essere nata da quella maledetta madre.  La ventitreenne di Acireale  è finita ai domiciliari per violenze contro i figli, estorsione, furto e uso indebito di una carta di credito. Una madre che si stenta a definire tale per le violenze che ha perpetrato contro i propri figli in tenerissima età. Una storia di violenze e abusi interrotta, fortunatamente, dai carabinieri che hanno effettuato le indagini – coordinate da un pool di magistrati specializzati su questi reati – e che hanno scoperchiato una odissea di sofferenze per una bimba di due anni.“ 

La donna viveva insieme al compagno 30enne, finito agli arresti domiciliari per furto nell’abitazione dei genitori e questi ultimi sono stati minacciati anche dalla giovane madre che accudiva i tre figli. Una madre che consumava droga e che continuava a chiedere soldi ai suoceri (lui di 62 anni e lei di 55) con minacce, danneggiamenti in casa ma anche di furti di oggetti all’interno dell’abitazione che, poi, avrebbe venduto per ricavarne una somma sufficiente all’acquisto della droga.Non mancavano inoltre le minacce dell’indagata dirette al suocero, sempre in caso di non accoglimento delle sue richieste di denaro, di distruggere la sua attività commerciale. Ma purtroppo questo è solo il più tenue aspetto di una storia incredibile per violenza e crudeltà. Infatti la figlia di due anni era sottoposta a sevizie di ogni genere dalla madre: veniva legata con una corda al seggiolone, obbligata con urla e botte a dormire quotidianamente dalle 21 alle 12 per consentirle di soddisfare “le proprie necessità”. Il compagno della giovane ed i suoi genitori erano ben a conoscenza del comportamento della donna la quale, però, aveva soggiogato l’intero nucleo familiare minacciando di rivalersi con ulteriori violenze proprio sulla bambina.

Dinanzi a questo quadro la nonna della piccola ha passivamente subito ogni tipo di angheria e minaccia dalla compagna del figlio che la minacciava dicendo di volerla uccidere, anche per futili motivi. Una donna in grado di soggiogare un intero nucleo famigliare con i nonni costretti ad ascoltare e soffrire in silenzio, chiusi nelle proprie camere, le grida d’aiuto della nipotina percossa dalla madre, solo al fine di “limitare” danni ben più gravi alla piccolina. La bambina addirittura aveva due denti rotti perché spezzati dalla madre con un cucchiaio soltanto perché, mentre le stava dando da mangiare, aveva avuto difficoltà a deglutire velocemente il cibo. La sopportazione di fronte a questa crudeltà ha poi spinto la cognata della donna, resasi conto dell’inequivocabile presenza sul corpo della piccola di segni di morsi sul viso, sulle braccia, sulla testa e di un sanguinamento dell’occhio destro per lo stesso motivo, a richiedere l’aiuto degli assistenti sociali del comune di Viagrande il cui lavoro, unitamente agli accertamenti dei carabinieri, hanno delineato un quadro agghiacciante della situazione. La bambina vittima di violenza, pur essendo stata riconosciuta dal compagno della donna, era invece nata da una relazione avuta da quest’ultima con un uomo sposato di 55 anni il quale, incredibilmente, era anch’egli divenuto sua vittima. L’uomo ha dichiarato di ricevere continue richieste di denaro da parte della sua ex amante che, in particolare, lo minacciava di rivalersi fisicamente e psicologicamente sulla bambina in caso di suo diniego; in una di queste occasioni, addirittura, la donna ha lanciato la bambina sul parabrezza della sua autovettura quando aveva circa 15 mesi di età. Nonostante lo sbigottimento per la gravità del fatto l’uomo aveva immediatamente raccolto la bambina per proteggerla dalla furia della donna che, invece, tentava in ogni modo di avventarsi su di lei per colpirla, riuscendo infine ad allontanarla, salvo poi lei minacciarlo dicendogli: “Ora come salgo dentro l’ammazzo!”.

L’ultimo episodio di questo agghiacciante racconto risale allo scorso 25 giugno quando, ancora a seguito di una richiesta di denaro non accolta dall’ex amante, l’uomo si era recato nella stazione dei carabinieri di Viagrande per esporre il caso ai militari nel tentativo di trovare una mediazione ed una soluzione al problema. La donna, poi, appena allontanatisi dalla caserma, si è appropriata dei documenti della vettura che gli ha poi restituito soltanto dopo la cessione di 40 euro, quindi si è rivolto all’ex amante con una terribile minaccia: “Ti sei rovinato, ora vado a casa, prendo e l’ammazzo di botte e se me la penso, una volte per tutte, la prendo e la butto dal balcone. Lo faccio una volta per tutte, ora la tengo al buio nella stanzetta e la tengo a digiuno. Questa cosa che tu stasera sei venuto dai carabinieri ti farò vedere l’Inferno! A tua figlia con questo tuo comportamento di stasera l’hai rovinata con le tue mani, vedrà l’Inferno pure lei!”L’uomo, inoltre, aveva anche anche subito il furto da parte della donna dei propri attrezzi di lavoro e che ne sia rientrato“in possesso solo il giorno successivo, sempre a seguito del pagamento a quest’ultima della somma di 20 euro. L’intraprendenza criminale della donna non ha risparmiato neanche i propri vicini di casa perché, introdottasi all’interno della loro abitazione, si è impadronita di una carta di credito custodita all’interno di un portafoglio con il pin d’accesso, effettuando successivamente due prelievi da 100 euro, come ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’istituto di credito. L’attività di indagine hanno permesso di porre fine a questa escalation criminale.

Alessandra Filippello